Uccise il padre con una fiocina: condannato a 24 anni di carcere Alberto Picci. Aveva definito il gesto «un impulso d'odio»

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Era il 27 aprile 2022 quando Alberto Picci colpì il padre Giuseppe nel sonno, usando prima una fiocina e poi un coltello. Oggi la corte d'assise di Sassari ha condannato il 50enne a 24 anni di carcere. Roma, i genitori del 15enne accoltellato: «Aggredito perché non aveva soldi, lo hanno colpito con un fendente al fianco» La vicenda All'alba del 27 aprile Alberto Picci prese una fiocina e ne sparò un colpo direttamente al padre, che dormiva: la fiocina attraversò la gola dell'uomo perforando il cranio (ilmessaggero.it)
Ne parlano anche altre testate
Il 50enne cagliaritano Alberto Picci è stato condannato a 24 anni di reclusione per l’omicidio del padre, Giuseppe, avvenuto il 27 aprile 2022 a Santa Maria Coghinas. La condanna totale per Alberto Picci ammonta a 25 anni e 4 mesi, includendo una precedente condanna per tentato omicidio dei genitori. (AltaRimini)
Lu sani tutti, oramai, chi a l’itariani no li piazi troppu a liggì. E li sardhi, a parthi Cagliari chi è la di setti in Italia, no so assai dibessi da l’althri zittadini. Inveci Sassari in chisthi ultimi anni è isthadda numinadda propiu cumenti una ziddai chi leggi. (SARdies.it)
«La conoscenza del nostro patrimonio culturale è fondamentale per i nostri ragazzi – ha detto il rettore del Canopoleno, Stefano Manca – e il premio dedicato a Salvator Ruju in questo senso riveste grande rilevanza. (SARdies.it)

Sassari – La Corte d’Assise ha condannato Alberto Picci a ventiquattro anni di carcere per l’omicidio del padre, Giuseppe, avvenuto dopo un’aggressione brutale mentre dormiva. L’episodio risale all’alba del 27 aprile 2022, nella loro abitazione di Santa Maria Coghinas. (Il Giornale Popolare)
La Corte d’Assise di Sassari ha condannato Alberto Picci a 24 anni di carcere per l’omicidio del padre, Giuseppe Picci, colpito con una fiocina e un coltello mentre dormiva, nella sua casa di Santa Maria Coghinas. (Sassari Oggi)
Un anno nell’Antartide: nove mesi di totale isolamento Thomas Schenk davanti al suo luogo di lavoro, la stazione polare Neumayer III. Lukas Weis (Prima Pagina - SWI swissinfo.ch)