The Order, la recensione: la lunga ombra dell’odio secondo Justin Kurzel
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Al quarto giorno del Festival di Venezia, Kurzel ci conduce in un viaggio oscuro e disturbante nelle profondità dell’estremismo americano degli anni ’80 con The Order (2024), un film tratto dal libro The Silent Brotherhood. La pellicola narra la storia di The Order, un gruppo militante neo-nazista che, con brutalità e un’ideologia profondamente radicata nell’odio, ha terrorizzato l’America. Tuttavia, questo film non è solo una narrazione storica: Kurzel sfrutta la vicenda per esplorare le radici del radicalismo e il suo spaventoso ritorno nell’attualità. (Orgoglionerd)
Ne parlano anche altri media
E' proprio il buon vecchio Jude (51 anni) a fornire al film magnetici e intensi strappetti, sguardi saettanti tra il folle e il burbero, per il suo detective dell’FBI, Terry Husk, nel film diretto da Justin Kurtzel (Il Fatto Quotidiano)
Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan e Jurnee Smollett hanno sfilato sabato sera sul tappeto rosso di Venezia per la prima del thriller poliziesco di Justin Kurzel 'The Order'. Il film è in concorso all'81ª Mostra del Cinema ed è basato sul libro del 1989 'The Silent Brotherhood', di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, che racconta la storia del gruppo suprematista bianco The Order, attivo negli Stati Uniti negli anni Ottanta. (Il Sole 24 ORE)
Ora l’australiano Justin Kurzel – per la prima volta in concorso a Venezia – si concentra invece su quel biennio, 1983-84, ricordandoci che l’omicidio di Berg era solamente la quinta delle sei fasi previste dal testo (I diari di Turner di William Luther Pierce) preso a simbolo-guida da una brutale milizia che in nome del suprematismo bianco aveva in programma di sovvertire dal di dentro la democrazia americana. (cinematografo.it)
Le radici di The Order, nella filmografia dell’australiano Justin Kurzel, sono da ricercare probabilmente in uno dei suoi primi, affilati titoli, Snowtown, rievocazione di una serie di efferati omicidi avvenuti negli anni Novanta nella cittadina di Adelaide, nell’Australia del Sud: la riflessione intorno alla violenza insita nelle strutture comunitarie lega a ben vedere tutta la produzione del cineasta del Macbeth arthouse del 2015, e ne segna allo stesso tempo l’urgenza e la contemporaneità di sguardo, anche quando – come in questo caso – Kurzel si affidi ad una messinscena “classica”, secca ed essenziale che guarda a Michael Mann come a True Detective, all’Alan Parker di Mississippi Burning come a Scott Cooper. (Sentieri Selvaggi)
Eccolo mentre arriva sul red carpet dell’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica per presentare il film in concorso “The Order”, di Justin Kurzel. D’altronde si sa, e ormai siamo abituati, a Venezia non c’è sosta, in un gioioso via vai che alterna le stelle più luminose del cinema, alle celeb più note al mondo. (Whoopsee)
Mostra di Venezia (MYmovies.it)