“Aprirsi agli assetati di oggi”

America Oggi ESTERI

La parola “migranti” papa Francesco la cita solo nell’incontro con i vescovi ungheresi, ma questa prima giornata del suo 34/o viaggio all’estero, che lo porta prima a Budapest e poi in Slovacchia, è tutta intessuta del richiamo - lasciato dal cuore dell’Europa - di evitare le “chiusure” e gli “arroccamenti” e di “aprirsi agli assetati di oggi”.

di Fausto Gasparroni. BUDAPEST-BRATISLAVA.

Ciò non toglie che Orban scriva poi spavaldamente su Facebook di aver chiesto “a Papa Francesco di non lasciare che l’Ungheria cristiana perisca”. (America Oggi)

Se ne è parlato anche su altre testate

Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità». E impegnarci a promuove re insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano. (Corriere TV)

Alla fine della Messa, le parole pronunciate dal Santo Padre in ungherese per ringraziare le autorità civili, religiosi hanno riscaldato il cuore di tutti. Intervista a mons. Tamás Tóth, segretario generale della Conferenza episcopale ungherese, al termine dalla visita di Papa Francesco a Budapest (Servizio Informazione Religiosa)

E davanti alla comunità ebraica dice "no" a forma di antisemitismo: "Blasfemia peggiore è usare Dio per propri scopi" Il Papa: "Sono ancora vivo". (la Repubblica)

Poi la messa Messa conclusiva del 52/o Congresso eucaristico internazionale, nella quale papa Francesco si è rivolto agli oltre 100.000 fedeli presenti Così Papa Francesco nel suo discorso all'incontro ecumenico nel salone della Nunziatura apostolica di Bratislava. (La Stampa)

“Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove”, l’esempio scelto dal Papa: “È una miccia che va spenta. Non c’è solo l’Ungheria, ma tutta la Chiesa universale intorno al successore di Pietro, nella piazza degli Eroi di Budapest (Toscanaoggi.it)

L’antagonismo che non c’è. Quella del Papa è stata una visita breve ma intensa. A partire da quel momento, che l’ha azzoppata, l’internazionale dei protettori dei confini nazionali e dei custodi del legato giudeo-cristiano si è stretta attorno all’Ungheria di Viktor Orban. (InsideOver)