Serbia, Vucic sotto assedio tra proteste e caduta del governo

Articolo Precedente
Articolo Successivo
Per il Paese le prospettive sono decisamente incerte: Vucic ha fatto per anni del nazionalismo l’arma per tenere coesa la popolazione. Ora il sistema da lui instaurato è sfidato dalla piazza, e le opzioni che si aprono portano o alla nomina di un governo tecnico di tregua o al ritorno alle urne per il rinnovo del Parlamento (Sky Tg24 )
La notizia riportata su altri giornali
Venticinque anni dopo, un altro regime rischia di sbriciolarsi di fronte alle manifestazioni che si susseguono da ormai tre mesi, quello “violento e brutale” del Partito progressista serbo (Sns) e del suo leader, il presidente Aleksandar Vučić. (EuNews)
La protesta, avviata dagli studenti, si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta la Serbia grazie all’energia e all’intelligenza dei giovani, innescando cambiamenti. La paura ha cambiato campo e finora questa è la più grande conquista del movimento studentesco. (Osservatorio Balcani e Caucaso)
Negli ultimi mesi, la Serbia è stata teatro di proteste di massa che hanno coinvolto studenti, docenti e vari settori della società civile. (Heraldo)

I manifestanti hanno già ottenuto le dimissioni del primo ministro Vučević e del sindaco della stessa cittadina, ma un gran numero di persone, guidate da giovani e studenti, continua a invadere le strade di tutta la nazione, paralizzando il Paese. (L'INDIPENDENTE)
In Serbia sta soffiando un vento di risveglio civico senza precedenti. Il tragico crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre 2024 e costato la vita a 15 persone, ha scatenato un'ondata di proteste contro la corruzione sistemica e la negligenza del governo. (ilmessaggero.it)
«Vogliamo sentirci sicuri per le strade, non temere che gli edifici ci crollino addosso a causa della corruzione, ci aspettiamo normalità, democrazia, indipendenza delle istituzioni, stato di diritto, meritocrazia e pluralismo», dicono i manifestanti a Open (Open)