L’inflazione fa meno paura? Guerra Bce non è ancora vinta
Questa settimana sono arrivati dati confortanti sul fronte dell'inflazione, su entrambe le sponde dell'Atlantico, suggerendo che i costanti aumenti dei tassi d'interesse da parte della Banca centrale europea e della Federal Reserve stanno riuscendo a frenare l'incremento dei prezzi Inflazione giù in Ue Venerdì è emerso che l'inflazione dell'area euro è calata più delle attese a settembre, al 4,3% su base annua (+0,3% m/m) dal 5,2% di agosto, secondo la lettura flash pubblicata da Eurostat; il dato rappresenta un minimo da ottobre 2021. (QuiFinanza)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Tradotto: dopo il rialzo dei tassi di 25 punti base stabilito lo scorso settembre, sono in arrivo nuove decisioni di politica monetaria in chiave restittiva, con un conseguente nuovo rincaro del costo del denaro ed effetti a catenda sull’economia reale. (PMI.it)
Le motivazioni sono il rallentamento della Cina, il minor commercio internazionale e il rialzo dei tassi di interesse. (Fanpage.it)
Settembre porta un po' di sollievo dal fronte dell'inflazione, ma forse non ancora abbastanza per indurre la Bce a sotterrare l'ascia di guerra dei tassi. Il carovita si è comunque attestato nell'eurozona a +4,3% (minimo dall'ottobre 2021) dal 5,2% di agosto, mentre in Italia il raffreddamento appare più complicato (+5,3% da +5,4%). (ilGiornale.it)
Nel mese di settembre 2023 l'inflazione nella zona euro ha mostrato, secondo le stime preliminari, un rallentamento su base annuale dal 5,2% di agosto al 4,3%. Secondo l'esperto, quindi, questi dati tolgono argomentazioni ai governatori falchi all’interno della BCE per proporre ulteriori rialzi del costo del denaro entro fine anno. (SoldiOnline.it)
I tassi "forniranno un contributo sostanziale al ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo", ribadisce la Bce, e l'istituto "continuerà a seguire un approccio guidato dai dati" su livello e durata della stretta. (Ticinonews.ch)
La BCE manterrà tassi d'interesse elevati per un lungo periodo di tempo, nel tentativo di domare l'inflazione, anche a costo di creare una recessione economica. Lo conferma il bollettino economico dell'Istituto di Francoforte, dopo la decisione del Board, riunitosi lo scorso 14 settembre, di alzare i tassi d'interesse di 25 punti base al 4,50%. (QuiFinanza)