Coronavirus, l'appello di Speranza: Vaccino per tutti

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L'appello sollecita governi, fondazioni, filantropi e imprese sociali affinché si facciano avanti per produrre e/o distribuire i vaccini in tutto il mondo gratuitamente, senza alcun brevetto.

Esprimere la necessità di un vaccino contro il coronavirus e che sia un bene globale, alla portata di tutti.

L'appoggio del ministro Speranza: “Nessuno deve mai restare escluso dalle migliori cure possibili". (Sputnik Italia)

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Ad5-nCoV è tra gli otto vaccini Made in China candidati per la cura della malattia legata al coronavirus e anche il Canada ha dato il nullaosta per i test sull’uomo. Solo una persona per famiglia potrà uscire, solo una volta al giorno, per comprare alimenti e medicine. (Il Fatto Quotidiano)

Tra i firmatari numerosi personaggi celebri: diciotto premi Nobel tra cui Mikhail Gorbachev, Desmond Tutu, Shirin Ebadi, Lech Walesa, Tawakkol Karman e Malala Yousafzai. Un appello affinché “governi, fondazioni, filantropi e imprese sociali si facciano avanti per produrre e distribuire i vaccini in tutto il mondo gratuitamente“. (Il Riformista)

“La pandemia di Covid-19 non è nemmeno vicina alla fine” ha detto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus durante il consueto briefing con la stampa a Ginevra. “Sebbene molti paesi abbiano compiuto alcuni progressi a livello globale, la pandemia in realtà sta accelerando. (Il Riformista)

«Gli scienziati militari hanno avuto l’ordine di vincere la guerra globale per mettere a punto il vaccino», aveva non a caso titolato a marzo il South China Morning Post. La «guerra di popolo» contro il coronavirus, caldeggiata dal presidente Xi, include anche il vaccino per un’affermazione su scala globale. (Corriere del Ticino)

Mentre nei paesi occidentali si discute su come distribuire in maniera equa l’antidoto contro il coronavirus, Pechino dimostra di avere le idee chiare. Il primo a ottenere il vaccino è l’esercito cinese. (la Repubblica)

La fase tre della sperimentazione consente di migliorare dosaggi e impatto, con tanto di valutazione più accurata degli eventuali effetti collaterali. Incerta l’ampiezza dell’iniziativa, visto che il numero di soldati coinvolti non è stato chiarito per “ragioni di privacy commerciale”. (Ticinonews.ch)