Biancaneve, anteprima in sordina a Los Angeles per ripararsi dalle polemiche

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News Cinema Il 20 marzo sarà al cinema il remake dal vero del Biancaneve disneyano: la quantità di polemiche che l'hanno accompagnato spinge però la Disney a una promozione più ridotta in patria. Variety ha scoperto che la Disney ha ridotto la promozione americana di Biancaneve, il remake del classico animato, in uscita il 20 marzo anche nelle nostre sale. Il film di Marc Webb con Rachel Zegler e Gal Gadot è diventato infatti, sin dalla lavorazione, un magnete di polemiche per varie ragioni, così il red carpet a Hollywood del 15 marzo sarà in sordina, accompagnato solo da fotografi e una troupe video della stessa Disney, senza giornalisti. (ComingSoon.it)
La notizia riportata su altre testate
IL nuovo film Biancaneve, la rivisitazione in live-action della classica fiaba Disney del 1937, arriverà nelle sale italiane il 20 marzo 2025. (Sky Tg24 )
La decisione di ridurre l'evento promozionale di Biancaneve ha sorpreso sia cast che pubblico, sollevando critiche e alimentando le polemiche che già da tempo accompagnano il film. A lamentarsi è soprattutto l'interprete di Brontolo, che si scaglia contro Disney (Movieplayer)
La stessa attrice protagonista, inoltre, è stata sommersa di critiche anche per aver espresso, nel 2022, delle critiche sul film originale. «Siete progressisti in un certo senso, ma poi continuate a proporre quella storia arretrata di sette nani che vivono insieme in una caverna?», ha commentato, come anticipato, la star di Game of Thrones. (Corriere del Ticino)

Secondo quanto riporta il Daily Mail, l’attrice avrebbe dichiarato sessista e datata la versione cartoon. La nuova versione arriva al cinema il 20 marzo (OGGI)
Un debutto anticipato, però, da non poche polemiche legato alla presunta distanza tra le protagoniste e alle uscite infelici di Zegler sulla riuscita del live action. (Cosmopolitan)
Il nuovo lungometraggio di casa Disney - che punta a rimodernare il classico del 1937 - sembra dunque sempre più proiettato verso un flop clamoroso, incapace di rientrare dei 230 milioni di dollari investiti, a cui si devono aggiungere anche quelli spesi per il marketing. (il Giornale)