Caso Resinovich, il marito indagato e le reazioni a tre anni dalla scomparsa





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A tre anni e mezzo dalla scomparsa di Liliana Resinovich, il giallo che ha scosso Trieste ha registrato una svolta giudiziaria. Sebastiano Visintin, il marito, è ora l’unico indagato per l’omicidio della moglie, mentre continua a dichiararsi estraneo ai fatti. «Sono sereno, non ho nulla da nascondere», ha affermato, dopo che la polizia ha perquisito per otto ore la casa che condivideva con Liliana, alla ricerca di elementi che potessero far luce su una vicenda rimasta finora senza risposte. Visintin, che attualmente si trova in Austria, ha precisato di non essere fuggito, ma di aver bisogno di riposo: «Ho problemi fisici, sto cercando di stare meglio».
Dalle dichiarazioni dei protagonisti emergono reazioni contrastanti. Claudio Sterpin, amico e amante della donna, ha espresso soddisfazione per l’apertura delle indagini verso Visintin: «Aspettavo questo momento da tre anni». Anche il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, pur evitando toni trionfalistici, ha sottolineato l’importanza di un’inchiesta più approfondita. Già due anni fa aveva depositato un atto in Procura chiedendo che si indagasse più a fondo sul marito, rifiutando l’ipotesi del suicidio. «Non sono mai contento del male altrui», ha detto, «ma auspicavo una svolta del genere».