La Russa jr, l'ombra della trappola: la banda sapeva prima dell'indagine
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Brunella Bolloli 31 ottobre 2024 Mentre il Senato accelera sulla proposta di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio, emergono altri inquietanti sviluppi sulla banda di Milano che spiava politici, aziende, sportivi e che poteva vantare su un archivio sterminato in cantina «grande quanto il Duomo». Il capo era Enrico Pazzali, che i sottoposti chiamavano «lo zio bello» e che ora si è autosospeso da presidente della Fondazione Milano Fiera dopo che la procura ha scoperchiato gli affari illeciti che ruotavano attorno alla sua società di “investigazioni” e hackeraggio, Equalize. (Liberoquotidiano.it)
La notizia riportata su altri media
Che ci sia un suk di dati sensibili è pacifico: se indagini (ancora in corso) e processi ne confermassero la gravità, i comportamenti di uomini con o senza più la divisa sarebbero imperdonabili. O forse no. (il Giornale)
A parlare è “Sam“ Calamucci che introduce Giulio Cornelli alle attività del gruppo. Il particolare è contenuto in una conversazione captata il 30/09/2022 negli uffici di via Pattari. (IL GIORNO)
È arrivato al settimo piano del Palazzo di Giustizia Carmine Gallo, 61 anni, chiamato "il dottore", per i pm uno dei capi della banda degli hacker. A partire dalle 9.30 il gip Fabrizio Filice ha interrogato i quattro componenti del gruppo finiti ai domiciliari e i due appartenenti alle forse di polizia sospesi dal servizio. (La Repubblica)
Caso dossieraggio, spiato anche Jacobs. “Rapporti con israeliani” C’era una cintura istituzionale ad assicurare protezione alla banda di cyber-spie individuata dall’inchiesta della procura di Milano. Lo dicono gli inquirenti. (TV2000)
Quello che emerge, spiegano gli inquirenti, è "un quadro inquietante fatto di connessioni e rapporti oscuri che permetteranno di aggiungere tasselli importanti a vicende che hanno segnato la storia recente del nostro Paese". (Adnkronos)
C’era anche il cantante Alex Britti tra le (almeno) quattro persone finite illecitamente sotto la lente di un ispettore della polizia di Stato in servizio alla polizia di frontiera di Orio al Serio: il poliziotto, bergamasco, 59 anni, residente a Curno – è una delle 51 persone indagate nell’inchiesta della Procura di Milano sul «dossieraggio» nata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo e che ha fatto emergere un presunto network di «spioni», guidati dall’ex super poliziotto Carmine Gallo (ora ai domiciliari), ritenuto il braccio operativo di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera (ente estraneo all’indagine), che si è autosospeso. (L'Eco di Bergamo)