Germania, sospesa la classificazione di AfD come "destra estrema" dopo il ricorso di Wiedel

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Redazione Esteri
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L’Ufficio Federale della Protezione della Costituzione tedesco ha fatto marcia indietro, seppure temporaneamente, sulla decisione di definire Alternative für Deutschland (AfD) come partito di "destra estrema", ritirando anche il comunicato ufficiale diffuso nei giorni scorsi. La svolta arriva dopo l’impugnazione d’urgenza presentata il 5 maggio dal partito guidato da Alice Wiedel, che ha spinto il tribunale di Colonia a congelare la misura in attesa di una pronuncia definitiva.
Sebbene la sospensione rappresenti una vittoria simbolica per l’AfD, la questione rimane aperta. La classificazione, che aveva sollevato polemiche già prima della sua formalizzazione, si inserisce in un dibattito più ampio sul ruolo dei partiti populisti in Europa. Wolfgang Merkel, politologo tedesco, pur riconoscendo i toni xenofobi dell’AfD, ha sottolineato come "la democrazia non si difenda vietando un partito", aggiungendo che eventuali cooperazioni a livello locale non costituirebbero una minaccia irreversibile per il sistema.
Intanto, in Italia, Giuseppe Conte – spesso criticato per le sue posizioni populiste – ha espresso un giudizio inaspettatamente condivisibile su AfD durante un’intervista su La7. Pur polemizzando con il governo Meloni, il leader del Movimento 5 Stelle ha riconosciuto, seppure indirettamente, la pericolosità dell’estrema destra tedesca. Un’affermazione che, come ha ironicamente osservato qualcuno, dimostra come "anche un orologio rotto segni l’ora giusta due volte al giorno".