Morte di Ramy Elgaml, la procura valuta l'omicidio volontario

Morte di Ramy Elgaml, la procura valuta l'omicidio volontario
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INTERNO

Fiori freschi, posati da poco, emergono tra quelli lasciati nelle scorse settimane nel luogo dove Ramy Elgaml ha perso la vita il 24 novembre. I passanti, presi dalle loro faccende quotidiane, camminano davanti senza troppo farci caso. Gli striscioni appesi all'incrocio tra via dei Panigarola e via dei Cinquecento, a pochi minuti di macchina, testimoniano la tragedia avvenuta nelle ore successive.

La procura di Milano, dopo la diffusione dei video dell'inseguimento da parte dei carabinieri di Fares Bouzidi e Ramy Elgaml, sta valutando di contestare l'ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del giovane diciannovenne, che si trovava sullo scooter guidato dall'amico. La madre di Ramy, dopo la pubblicazione dei video, ha dichiarato di aver finalmente dormito dopo 45 giorni, poiché la verità sta emergendo.

Attualmente, tre dei sei militari intervenuti sono indagati: il vicebrigadiere alla guida è accusato di omicidio stradale, mentre altri due militari sono indagati per falso e depistaggio. La polemica infuria, alimentata dalla diffusione dei video dell'incidente che ha causato la morte di Ramy Elgaml. La dinamica dell'inseguimento, che ha visto lo scooter toccato da una macchina delle forze dell'ordine, ricorda altri episodi simili, come quello avvenuto in Svezia, dove la polizia ha speronato uno scooter durante un inseguimento.

La procura di Milano sta lavorando per determinare cosa sia realmente accaduto quella notte, valutando tutte le prove disponibili e cercando di fare chiarezza su un caso che ha scosso profondamente l'opinione pubblica.