ARRIVA MUSK E LA TODDE SCOMPARE
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Abbiamo dato un’occhiata ai 5 stelle online (e al loro capo) e abbiamo avuto la sensazione che tra i pentastellati sia in corso il tentativo di cambiare discorso: Giuseppe Conte e i suoi adepti, adesso, si occupano principalmente di Elon Musk mentre, della vicenda di Alessandra Todde, non c’è più alcuna traccia, ma anche prima della data odierna era il silenzio a imperare. Eppure la presidente sarda Alessandra Todde, nei rendiconti elettorali si è sbagliata, magari anche in buona fede, e non ha aperto il conto corrente bancario (previsto dalla legge) dove dovevano essere versati i contributi elettorali di terzi ma, soprattutto, ha detto pubblicamente una bugia. (L'Opinione)
La notizia riportata su altre testate
In una intervista post elezione da Formigli, Todde dichiarava: "Io potrei vivere di altro, ho la mia professione, mi piace lavorare, mi piace l'impresa, mi sono pagata gran parte di questa campagna elettorale e questa ugualmente è una grande libertà". (Il Giornale d'Italia)
Il secondo è del 4 gennaio, quando Todde assicura che tutto sarebbe gestito dal comitato elettorale. Il primo risale al 10 marzo del 2024 in cui la grillina sostiene di essersi pagata gran parte della campagna elettorale. (il Giornale)
Una contraddizione, quella dello scandalo sulle spese elettorali, che ora rischia seriamente di far saltare la poltrona della governatrice, ex viceministra ed esponente di punta del M5S. (Corriere TV)
Cagliari. «Il Gruppo consiliare del M5S, curiosamente a mezzo di un consulente della presidente, dirama un comunicato stampa che vorrebbe mettermi un bavaglio snocciolando la solita litania di accuse nei miei confronti che hanno caratterizzato la loro azione politica nella scorsa legislatura. (SARdies.it)
E lo è per un motivo banale. La prova dell’incertezza è nell’ipotesi, autorevole, di un cambio di strategia processuale da parte dei legali della presidente. (La Nuova Sardegna)
“Non c’è imbroglio, il provvedimento della Corte d’appello è davvero abnorme. E sembra quasi che ci si dimentichi che il Consiglio regionale non è un consiglio comunale qualsiasi. Quest’ultimo può essere sciolto dal Prefetto ma per il primo, lo prevede l’articolo 50 dello Statuto sardo, serve la firma del Presidente della Repubblica. (SardiniaPost)