Filippo Turetta ammette la premeditazione: «Ho studiato l'omicidio di Giulia. Scusarsi sarebbe ridicolo, dovrei solo sparire»

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Più di cinque ore di fronte a giudici togati e giuria popolare, tra lunghi silenzi, balbettamenti, frasi infarcite di “cioè”, “penso che”, “in un certo senso”, “non lo so”, e solo a tratti concluse. L’esame di Filippo Turetta ha mostrato alla Corte d’Assise di Venezia una persona in forte difficoltà; un ragazzo in balìa di una vera e propria ossessione per Giulia Cecchettin, maturata nell’ambito di un rapporto basato su un malato senso di possesso e di gelosia («È stata la mia prima e unica fidanzata»); di una rabbia che non era in grado di controllare e che lo ha portato, l’11 novembre dello scorso anno, ad uccidere la persona con cui più di ogni altra avrebbe desiderato condividere la vita, incapace di accettare la decisione con cui la ragazza aveva deciso di porre fine alla loro relazione e di non vedersi più. (ilgazzettino.it)

La notizia riportata su altre testate

Quella di Cecchettin non è una sfida, non è il suo stile: in tutta questa vicenda ha sempre mantenuto i nervi saldi e così ha fatto anche questa volta. All’inizio, per qualche decina di minuti, gli occhi bassi li hanno tutti e due. (Corriere della Sera)

Filippo Turetta: mostro o “uomo banale”, da cui scaturisce la famigerata “banalità del male”? Leggendo a fondo il memoriale scritto di suo pugno in cella, in questi mesi, non si può non rimanere colpiti da frasi come “il nostro destino era di stare per sempre insieme”, “non vedevo un futuro senza di lei”; ma sono altri, più nascosti, i segnali del disagio che ha condotto al femminicidio. (ilmessaggero.it)

Il Turetta che parla nel microfono è immo… (la Repubblica)

«Temevo che i miei genitori non volessero più vedermi». Filippo Turetta, la strategia sulla premeditazione nel memoriale e la reazione dei genitori

E di lì provare a scivolare dentro l’anima del ragazzo che diceva di amare sua figlia e l’ha ammazzata. Quello del padre è una freccia spuntata dal dolore ma non vacilla, resta inchiodato al giovane uomo mentre farfuglia di sacchi neri, di un pezzo di scotch, di un corpo ferito difficile da guardare. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

E per questo Filippo ha mentito a mamma e papà. Temeva che i genitori potessero scoprire la premeditazione del femminicidio di Giulia Cecchettin. (ilgazzettino.it)