Morto il regista Alan Parker, una carriera dorata da "Fuga di mezzanotte" a "Saranno famosi"

Un importante riconoscimento a Cannes Parker lo ottenne però tre anni dopo, nell'85, quando il suo Birdy con Nicolas Cage e Matthew Modine conquistò il Gran Prix speciale della Giuria.

Il film venne premiato con 5 BAFTA, gli Oscar inglesi.Il suo secondo film fu nel 1977 il controverso Fuga di mezzanotte che vinse due Oscar e che valse a Parker la sua prima nomination agli Academy Award per la Miglior regia. (la Repubblica)

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Difficile non ricordare neanche un film di Alan Parker, il versatile regista inglese che ha segnato gli anni Ottanta e Novanta con i suoi film di culto, da Fame. Il suo secondo film, Fuga di mezzanotte (1978), dramma carcerario assai discusso, vince due Oscar (per la Migliore musica e il Miglior soggetto). (ilGiornale.it)

È la musica il filo conduttore della carriera di Alan Parker, il regista britannico morto a 76 anni dopo una lunga malattia. Angel Heart è un thriller ambientato a New Orleans interpretato da Mickey Rourke e Robert De Niro. (Vanity Fair Italia)

È stato un grande sostenitore dell’industria cinematografica britannica, fondando e presiedendo lo UK Film Council nel 2000 e prima ancora diventando membro fondatore della Directors Guild of Great Britain. (Lega Nerd)

Ma la musica resta la sua vera passione e ossessione: "Pink Floyd the Wall", "Evita", "The committments" (forse il suo film più amato). "Ho sempre amato lavorare coi bambini e gli adolescenti - raccontava il regista - perché ti danno sempre qualcosa che non ti aspetti. (L'Unione Sarda.it)

Impossibile non ricordare anche la regia di The Wall del 1982 ovvero la trasposizione cinematografica del concept album The Wall, realizzato nel 1979 dai Pink Floyd. Il regista inglese aveva 76 e si è spento ieri 31 luglio dopo una lunga malattia di cui non aveva reso pubblici i dettagli. (Tom's Hardware Italia)

“Il paziente inglese” (che quell'anno si aggiudicò l'Oscar come miglior film n. Non riesco, come molti francesi, a costruire venti versioni dello stesso film» e si dimostrava molto sincero quando spiegava: «Il mio rapporto con Hollywood? (Il Messaggero)