Inside America: l’uccellino di Central Park ci ha preso e io torno a cercarlo

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La Voce del Patriota ESTERI

Una settimana fa, mentre passeggiavo a Central Park con l’aria di aprile che mi pizzicava il naso, un tizio con un cappotto scuro mi ha fermato vicino al Bethesda Fountain. Mi passa un caffè, sorride come chi sa qualcosa, e butta lì: “Bro, i dazi di Trump? Non sono quello che sembrano”. Poi sparisce, lasciandomi un’idea che mi tiene sveglio: un nuovo ordine mondiale, con USA e Cina a spartirsi il trono, la Russia comparsa di lusso, l’Europa in frantumi, e Giorgia Meloni che sventola la bandiera italiana. (La Voce del Patriota)

Su altre fonti

Ricominciamo da qui. Era la sera (per noi) del 10 aprile, Trump aveva appena rifilato all dazi al 125%. (Economy Magazine)

Il 1° ottobre 1949 Mao dichiarò dalla porta d’ingresso della Città Proibita il «giorno della liberazione» della Cina. Il Partito comunista cinese divise quindi il XX secolo in due epoche: "prima della liberazione", sotto Chiang Kai-shek, e "dopo la liberazione", sotto Mao. (Domani)

Dopo la rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, il conflitto russo-ucraino, la politica di Washington e le relazioni tra Repubblica Popolare Cinese, Federazione Russa, America ed Europa hanno subìto profondi cambiamenti. (Limes)

L'ex amico a Pechino

In breve: Perché Donald Trump ha preso di mira la Cina? Sul fronte economico, la narrativa era semplice e diretta: "Ci stanno fregando". Trump gridava ai quattro venti che i cinesi rubavano brevetti americani come fossero caramelle, manipolavano lo yuan per avere vantaggi sleali e inondavano il mercato USA con prodotti a basso costo che strozzavano l'industria americana. (Studenti.it)

Tra i tanti improbabili e imprevedibili «effetti Trump» ce n'è uno particolarmente spiazzante: il risveglio della primavera liberale. Chiariamo: da queste parti ci siamo sempre mossi a quelle latitudini e non può che farci piacere il rinnovato interesse per un pensiero tanto citato quanto bistrattato, però non ci esentiamo dal segnalare la strumentalità di questa tardiva riscoperta. (il Giornale)

Lo storico britannico Adam Tooze osserva con ironia: «Di colpo, il fatto che a divorziare siano solo le due economie più grandi del mondo, America e Cina, viene accolto con un sospiro di sollievo». Si riferisce alla strana tregua annunciata da Donald Trump, per cui sul resto del mondo restano «solo» dazi al 10%, mentre «solo» la Cina viene colpita da tasse doganali quattordici volte superiori. (Corriere della Sera)