Anniversario del genocidio in Ruanda, una giornata in ricordo delle vittime

Save the Children Italia ESTERI

Tra i sopravvissuti si contano 250 mila donne violentate, 80 mila vedove e più di 300 mila orfani.

La storia di Vanessa, sopravvissuta al genocidio. Vanessa aveva solo 11 anni quando è iniziato il genocidio in Ruanda, oggi ne ha 35 e vive in un villaggio vicino alla casa in cui è nata.

La violenza esplose all’improvviso, da un giorno all’altro, e pervase ogni strada e ogni casa.

Nella giornata del 7 aprile le Nazioni Unite hanno istituito la “Giornata Mondiale della Memoria in onore delle vittime del genocidio in Ruanda”, per ricordare quella terribile pagina di storia. (Save the Children Italia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Per la prima volta in vita mia ho visto una massa di bambini con la paura negli occhi. Gli elaborati possono essere inviati all’indirizzo email:[email protected]; i più significativi verranno pubblicati sui nostri canali social (Caserta24ore IlMezzogiorno Quotidiano)

Ho fatto prima di tutto il mio dovere. Per la prima volta in vita mia ho visto una massa di bambini con la paura negli occhi. (La Valle Dei Templi)

Il 7 aprile si ricorda uno dei peggiori orrori del Novecento: il Genocidio contro i Tutsi in Rwanda. Quella commemorazione, tuttavia, riguarda tutti noi perché, come ha ricordato Gaël Faye due anni fa, in occasione del 25° Kwibuka, «Il genocidio comincia a scuola, nei media, nella cultura. (Focus on Africa)

In 100 giorni vennero massacrate più di 1 milione di persone a causa di una guerra fratricida in . In 100 giorni vennero massacrate più di 1 milione di persone a causa di una guerra fratricida in . (Zazoom Blog)

Mi sarei vestito sempre allo stesso modo per essere riconoscibile: pantaloni scuri, camicia azzurra, giacca grigia. Molti conoscono l’olocausto; tanti sono i genocidi che rimangono nel dimenticatoio e vengono relegati nelle pagine di storia meno “sfogliate”. (AbitareaRoma)

Tra Storia e Memoria – Dal 7 aprile al 16 luglio 1994 si compie in Ruanda il genocidio dei tutsi e degli hutu moderati, per mano dell’esercito regolare e di milizie paramilitari. Il movente ideologico fondamentale di questo genocidio fu l’odio razziale verso la minoranza tutsi, che aveva costituito l’élite sociale e culturale del Paese. (Il Faro Online)