WhatsApp, la bufala della terza spunta blu che non arriva (ancora)

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Negli ultimi giorni, una notizia ha fatto il giro dei social media e dei gruppi WhatsApp, alimentando discussioni e preoccupazioni tra gli utenti: l’arrivo di una terza spunta blu nell’applicazione di messaggistica più diffusa al mondo. Secondo questa presunta novità, il nuovo simbolo avrebbe dovuto segnalare quando un messaggio veniva “screenshotato” o inoltrato a terzi, offrendo un ulteriore livello di controllo sulla privacy. Tuttavia, dopo un’attenta verifica delle fonti e un confronto con esperti del settore, è emerso che si tratta di una fake news, una bufala riciclata che continua a ingannare gli utenti.

Il sistema di spunte di WhatsApp, com’è noto, si basa su tre indicatori principali: una spunta grigia per segnalare che il messaggio è stato inviato, due spunte grigie per indicare che è stato consegnato al destinatario e la doppia spunta blu, che conferma la lettura del contenuto. Quest’ultima, però, appare solo se l’interlocutore non ha disattivato le conferme di lettura, una scelta che rende l’informazione non disponibile neppure per chi ha inviato il messaggio.

La leggenda della terza spunta blu, che sarebbe dovuta comparire in caso di screenshot o inoltro, non è nuova. Si tratta di una vecchia storia, già circolata in passato e tornata virale in queste settimane, complici alcuni siti di tecnologia che l’hanno ripresa senza verificarne l’autenticità. La narrazione, che ha trovato terreno fertile tra gli utenti più attenti alla privacy, ha generato non poche preoccupazioni, soprattutto per chi teme che le proprie conversazioni private possano essere “catturate” senza il proprio consenso.

WhatsApp, però, non ha mai introdotto un sistema del genere, né ci sono indicazioni ufficiali che lo farà in futuro. L’applicazione, acquisita da Meta nel 2014, ha subito numerosi cambiamenti nel corso degli anni, ma il meccanismo delle spunte è rimasto sostanzialmente invariato. L’importanza di WhatsApp, che oggi rappresenta uno strumento essenziale per la comunicazione sia personale che professionale, rende ogni modifica potenzialmente rilevante, ma in questo caso si tratta solo di una distrazione.

La diffusione di notizie false, come quella della terza spunta blu, è un fenomeno che si ripete ciclicamente, soprattutto in contesti digitali dove l’informazione viaggia rapidamente e spesso senza filtri. La vicenda, oltre a dimostrare quanto sia facile cadere in errore, mette in luce l’importanza di verificare le fonti prima di condividere contenuti, soprattutto quando riguardano strumenti utilizzati da miliardi di persone in tutto il mondo.