Scandalo Eni Nigeria, il Pm nascose la prova che scagionava i vertici

Il Riformista ECONOMIA

Si tratta di un filmato nel quale il principale teste di accusa dichiarava che intendeva accusare i vertici dell’Eni per ricattarli, e minacciava di trascinarli nel fango.

Succede anche in altri processi che i Pm celino elementi di prova o indizi favorevoli agli imputati?

La Procura di Milano – che ha portato a processo e accusato di reati molto gravi i vertici dell’Eni, compreso l’amministratore Claudio Descalzi – ha nascosto al Tribunale una prova fondamentale che scagionava lo stesso Descalzi. (Il Riformista)

La notizia riportata su altre testate

L’iscrizione risalirebbe a una decina di giorni fa dopo l’interrogatorio del pm Paolo Storari, pure lui indagato a Brescia per il caso dei verbali dell’avvocato Amara e i contrasti con i vertici del suo ufficio. (L'HuffPost)

Era stato girato di nascosto il 28 luglio del 2014 da Amara durante un incontro con Armanna. Ieri la notizia che i pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Brescia. (ilGiornale.it)

A quanto si è saputo, infine, tra l'aggiunto De Pasquale e il pm Storari non ci sarebbe stata mai un'interlocuzione verbale su questi temi e nemmeno un vero scontro. Agli atti dell'inchiesta bresciana ci sono le mail inviate dal pm Storari ai vertici dell'ufficio, in particolare tra gli ultimi mesi del 2020 e l'inizio del 2021. (Sky Tg24 )

Sull'inattendibilità di Armanna si sono espressi anche i giudici del caso Eni-Nigeria nelle motivazioni della sentenza con cui i 15 imputati sono stati assolti Materiale che i due pubblici ministeri non hanno messo a disposizione delle difese e del Tribunale durante il processo pur avendo consapevolezza, questa è l'ipotesi, delle false accuse. (Rai News)

I pm infatti, stando alle accuse, avrebbero omesso di depositare delle chat che dimostrerebbero che Armanna pagò 50 mila dollari a un testimone per confermare la sua versione a processo. Testimone che tra l’altro si tirò indietro perché voleva più soldi. (La Sentinella del Canavese)

Milano, 10 giu. (LaPresse) – “L’apertura del procedimento da parte della Procura di Brescia nei confronti del procuratore aggiunto De Pasquale e del sostituto procuratore Spadaro, è atto dovuto che merita rispetto istituzionale, tanto quanto l’assoluta professionalità dei colleghi”. (LaPresse)