L’università di Harvard si oppone alle richieste di Trump. L'incertezza sui suoi fondi rimane

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La Stampa ESTERI

WASHINGTON. L'Università di Harvard, l’istituzione accademica più antica degli Stati Uniti, ha deciso di opporsi alla guerra dell’amministrazione Trump contro il mondo universitario. L’ha fatto con forza lunedì, in un modo che ha infuso energia ad altre università in tutto il paese, timorose dell'ira del presidente, respingendo le richieste di Trump in materia di assunzioni, ammissioni e programm… (La Stampa)

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In un messaggio arrivato 12 ore dopo la presa di posizione di Harvard a non piegarsi alle richieste dell'amministrazione - a cui ha fatto seguito il congelamento da parte di Washington di 2,2 miliardi di dollari in fondi di ricerca - la presidente pro tempore di Columbia Claire Shipman ha detto di aver letto con grande interesse le parole del suo collega di Harvard Alan Garber e aggiunto che l'università di New York repingerà un'ingerenza pesante da parte del governo che potrebbe danneggiare la nostra istituzione e minare riforme utili. (Corriere del Ticino)

Harvard né nessun’altra università privata può permettersi di essere sottomessa dal governo federale». Dichiarazione che sarebbe sembrata scontata un paio di mesi fa. (Il Manifesto)

Diritti e soldi, è guerra su Harvard

Possiamo immaginare che Garber abbia pesato le parole scelte per riassumere la propria posizione e quella dell’istituzione che rappresenta. La dichiarazione di Alan Garber, il presidente di Harvard, è in evidenza sul sito dell’università e fa il giro del mondo, trasportata da un’onda di indignazione contro le ulteriori misure minacciate da Trump e da esponenti del governo. (Il Manifesto)

Ordini, disobbedienza e punizioni. L'ultimo episodio riguarda il tempio dell'accademia mondiale, Harvard, la più antica università degli Stati Uniti, che ha sfornato 8 presidenti e oltre 160 premi Nobel. (il Giornale)