Roma, Il farmacista: «Siamo in trincea, ma farmaci, giornali e spesa sono la nuova routine forzata»

Il Messaggero INTERNO

«Sì siamo in trincea ma restiamo qui fin quando finirà e oltre.

È una routine forzata e dignitosa quella a cui si sono obbligati i clienti della farmacia di Nino Annetta a Villa Gordiani, nel quartiere Prenestino a Roma.

Sono giorni davvero mai visti prima: i nostri pazienti vengono col giornale sotto braccio, passano a ritirare i farmaci, fanno una piccola spesa e poi vanno a casa».

«A volte i pazienti vengono qui agitatissimi, irriconoscibili per noi che li conosciamo da tanti anni, articolano male le parole e sono in preda a stati di ansia, fanno domande in continuazione. (Il Messaggero)

Ne parlano anche altri giornali

Oltre al via vai di trasportatori (molti provenienti dal Nord Italia) che consegnano farmaci e altri materiali nelle strutture in cui operano i farmacisti ospedalieri stessi “spesso in carenza del minimo indispensabile di DPI (Dispositivi di protezione individuale: mascherine, guanti ecc. (Il Caffè.tv)

Non va bene perché c’è troppa gente che viene in farmacia per delle cose che non sono assolutamente fondamentali. “Molti clienti anziani vengono tutti i giorni per chiederle e anche questo non va bene” ha sottolineato Vola. (La Nuova Provincia - Asti)

"Insulto ai farmacisti". “Ma lo riteniamo anche un insulto alla categoria dei farmacisti, che sono invece in prima linea in questa battaglia, che è di tutti. Le farmacie pubbliche e private svolgono anche la consegna a domicilio per i pazienti anziani e non autosufficienti, con i volontari della CRI”. (BolognaToday)

Una di queste iniziative è stata realizzata per facilitare l’accesso al farmaco, con l’avvio in Puglia e in tutte le altre regioni, della ricetta elettronica dematerializzata. La rapidità del contagio, , è stata più veloce di qualsiasi misura precauzionale. (La ringhiera)

È quanto afferma Giancarlo Tagliaferri, consigliere di Fratelli d’Italia, a proposito delle disposizioni emanate dalla Regione che affidano al volontariato la consegna dei farmaci solitamente ritirati nelle farmacie ospedaliere. (IlPiacenza)

«Siamo dei sanitari anche noi — prosegue Raciti — e la farmacia è la prima linea a cui si rivolge la gente». Siamo già con gli organici ridotti al minimo, molti collaboratori e gli stessi farmacisti sono a casa ammalati, non abbiamo personale da dedicare a questa operatività». (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)