Non c’è da stupirsi se la Spagna non vuole più Sanchez

Tempi.it ESTERI

Il giorno dopo il tonfo socialista in Spagna, i giornali italiani si chiedono dove abbia sbagliato Pedro Sanchez. Gli scrittori socialisti intervistati, da Manuel Vilas sul Corriere ad Alicia Giménez Bartlett sulla Stampa, assolvono il premier, sottolineano che l’economia sta andando meglio del previsto e che il salario minimo è aumentato. Eppure le elezioni amministrative sono state un’ecatombe per il Psoe. (Tempi.it)

Ne parlano anche altri giornali

Navigazione articoli (Agenzia askanews)

Mesi non dedicati a superare divisioni e a governare meglio il paese, ma solo a riaprire distruttive lotte interne. Decidere di anticipare le elezioni pone tutti di fronte alle proprie responsabilità, non solo le sinistre. (Il Manifesto)

La débâcle di Sánchez Ecatombe per le forze che sostengono l’Esecutivo attualmente in carica. Il Psoe perde voti rispetto a quattro anni fa (28 per cento, -1,3) ma mantiene, come il Pd in Italia, lo zoccolo duro dei progressisti. (Nicola Porro)

Il leader socialista preoccupato da un possibile nuovo governo nel quale i conservatori del Partito Popolare (Pp) siano costretti ad allearsi con l'estrema destra di Vox (Adnkronos)

Di Sara Gandolfi Il premier Pedro Sanchez cerca di rimettere insieme i cocci della sinistra. Il peso delle accuse di estremismo e l’incognita della ministro del Lavoro Yolanda Diaz. Gli eredi politici dell’Eta avanzano nei Paesi baschi (Corriere della Sera)

La caduta del ‘sanchismo’ fa rumore. Nella piccola regione occidentale non basta al Psoe del premier Pedro Sánchez la maggioranza relativa raggiunta con un ampio 39%, i socialisti perdono comunque il potere tallonati dai populares che ora, in alleanza con l’ultradestra di Vox, ottengono i 33 seggi necessari per affermarsi come forza di governo. (Il Fatto Quotidiano)