Consulta rinvia al 20 gennaio il responso sul referendum abrogativo
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La Corte Costituzionale ha annunciato ieri che il verdetto sul referendum abrogativo della legge-quadro sull'autonomia differenziata, inizialmente previsto per il 13 gennaio, è stato posticipato al 20 gennaio, termine ultimo previsto per legge. Il presidente facente funzioni, Giovanni Amoroso, ha firmato il decreto che stabilisce la nuova data della camera di consiglio partecipata, in cui verrà giudicata l'ammissibilità dei referendum abrogativi richiesti e ritenuti conformi alla legge dall'Ufficio centrale della Cassazione.
Nel frattempo, il governo di Giorgia Meloni ha deciso di non partecipare all'udienza del 20 gennaio per perorare la causa della non ammissibilità del quesito referendario, che intende abolire la legge Calderoli. Il ministro leghista, padre della norma, ha sostenuto in ogni sede che il quesito non sia ammissibile, collegandolo strumentalmente alla legge di bilancio, materia su cui la Costituzione nega la via referendaria.
La decisione di posticipare il verdetto è stata presa in considerazione della convocazione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di quattro giudici costituzionali, prevista per il 14 gennaio. La Corte Costituzionale ha ritenuto opportuno rinviare la camera di consiglio per garantire una partecipazione completa e adeguata alla discussione sull'ammissibilità dei referendum abrogativi.
Il rinvio del verdetto ha suscitato diverse reazioni nel panorama politico, con alcuni esponenti che vedono in questa decisione un tentativo di guadagnare tempo per influenzare l'esito del referendum.