Colpendo Meloni salvano Santanché: l'autogol delle toghe rosse
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Colpendo Meloni salvano Santanché: l'autogol delle toghe rosse "Se fossimo in un Paese normale, si sarebbero già dimessi tutti". Questo è il pensiero che sta sicuramente passando per la testa dell'italiano medio di sinistra, desideroso di veder cadere ancora una volta un governo di centrodestra per mano della magistratura. Ma, proprio perché non siamo un Paese normale a causa di una magistratura fortemente politicizzata, non si dimetterà nessuno. (Today.it)
La notizia riportata su altre testate
Nel corso della sua carriera, il manager ha anche seguito una delle sue più grandi passioni, il calcio, prendendosi il merito di aver portato la Feralpisalò in Serie B. Il manager entrò da giovanissimo nell'azienda del padre Carlo, la Feralpi, e dopo la scomparsa di quest'ultimo assunse ruoli sempre più importanti. (Il Giornale d'Italia)
Governo: Meloni, Ft apre con indagine su di me, rischio danno immagine Paese (RCO) (Il Sole 24 ORE)
Quello notificato alla premier e ai suoi colleghi non è un avviso di garanzia, come frettolosamente definito da molti commentatori, ma un atto di iscrizione nel registro degli indagati, ossia un automatismo, previsto dalla legge costituzionale che disciplina i reati ministeriali, in presenza di notizia o, come in questo caso, di denuncia di reato. (L'Opinione)
Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia ha eletto oggi Giuseppe Pasini presidente per il quadriennio 2025-29, come anticipato da Il Giornale d'Italia. (Il Giornale d'Italia)
Il consiglio di presidenza di Confindustria Lombardia si riunisce venerdì 31 gennaio 2025 per decidere chi prenderà il posto di Francesco Buzzella, imprenditore cremasco scelto con consenso unanime nel 2021. (Il Giornale d'Italia)
Nel polverone mediatico-giudiziario di queste ore, con l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano della premier Giorgia Meloni, del sottosegretario Alfredo Mantovano e dei ministri Nordio e Piantedosi per il caso Almasri, si rincorrono le voci sulla “giustizia a orologeria”. (ROMA on line)