Kkr ha già un compratore: per Tim si scalda Iliad

LiberoQuotidiano.it ECONOMIA

«Quando Kkr investe - ci fa notare una fonte che preferisce mantenere l'anonimato - ha già un piano di uscita».

Piace molto lo scontro tra miliardari e il retroscena politico che si nasconderebbe dietro alla scalata che il fondo Usa Kkr sta provando su Tim.

Quindi, certo è un po' fanta finanza parlare adesso di una "petit" Tim che si fonde con Iliad.

Secondo: l'imprenditore transalpino Xavier Niel, che ha fondato Iliad, il quarto operatore mobile in Italia, siede nel board di Kkr dal 2018 e avrebbe il sostegno del presidente Macron (LiberoQuotidiano.it)

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Quello che ora sta preoccupando però è ciò sembra apparire all'orizzonte: una fusione con TIM, l'operatore nazionale italiano. Non sembrano essere solo voci di corridoio quelle per cui TIM e Iliad potrebbero, in un prossimo futuro, fondersi come unico operatore telefonico italiano. (Telefonino.net)

La manifestazione di interesse di KKR. Già il 21 Novembre 2021, il CdA di TIM aveva preso atto dell’intenzione del fondo americano Kohlberg Kravis Roberts & Co. La Manifestazione d’Interesse è stata qualificata da KKR “amichevole” e aspira ad ottenere il gradimento degli amministratori della Società e il supporto del management. (MondoMobileWeb.it)

Del resto la fusione in questo settore non è cosa nuova, vedi ad esempio il recente matrimonio fra Wind e Tre, di conseguenza nulla sarà da lasciare al caso. A lanciare la bomba è stato in particolare BFM Business, quotidiano economico francese, secondo cui appunto le due compagnie potrebbero divenire una cosa sola nel giro di 5 anni. (Computer Magazine)

Rebus sulle mosse di Goldman e Bofa. Con un volume di prestiti per 1 trilione di dollari, JP Morgan era l'unica banca a poter finanziare da sola la linea di credito da 45 miliardi. (Il Sole 24 ORE)

Nel mondo globalizzato in cui viviamo in linea di principio gli investimenti dall’estero sono un fenomeno positivo e anzi un segno di buona salute socio-economica. Non però nella misura in cui, come è il caso dell’Italia, ad essi non corrispondono proporzionati investimenti italiani oltre confine. (Corriere del Ticino)

E mentre in Tim volano gli stracci di un «redde rationem» che ha portato all’uscita dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi, dimissionario, sullo sfondo della partita interna all’azienda c’è la visione che un Paese deve o dovrebbe avere per lo sviluppo di una moderna infrastruttura di rete. (Tempi.it)