Migranti, l’Italia minaccia Tunisi: stop delle partenze o addio aiuti

La Stampa INTERNO

Così, se Luciana Lamorgese aveva rappresentato il volto dialogante, tocca a Luigi Di Maio impersonare la figura del burbero.

La minaccia, neanche tanto velata, è di far bloccare di colpo tutti gli aiuti, quelli italiani e quelli europei.

In cambio, si chiede a Tunisi di bloccare sul serio le partenze che stanno mettendo in ginocchio l’Italia, ma preoccupano tutti i partner europei.

Dietro tanta durezza, c’è una convinzione: che in fondo al governo di Tunisi, alle prese con una devastante crisi economica e politica, faccia piacere la valvola di sfogo delle partenze verso Lampedusa (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Qui in Italia non è il Paradiso. Sei in Tunisia e vuoi venire in Italia? (CCSNews)

Incaricando un premier indipendente, il capo di Stato ha emarginato l'Assemblea e i partiti, screditati dalle incessanti controversie politiche. Fuori dall'agone politico, i cittadini fanno i conti con la spietata morsa della crisi socio-economica aggravata dalla pandemia del nuovo coronavirus. (AGI - Agenzia Italia)

In cambio, la Tunisia è chiamata a bloccare seriamente le partenze che mettono in ginocchio l’Italia, ma riguardano tutti i partner europei. Ma per fare pressione, Di Maio sta anche lavorando a una visita ufficiale con Josep Borrell, l’alto rappresentante europeo per la sicurezza. (Must Review)

Tra le regioni del sud figurano i tassi di disoccupazione più elevati, che raggiungono quasi il 30%, come nella regione di Tataouine. “La rivoluzione è scoppiata perché il contratto sociale implicito era insostenibile da tempo: ovvero, sicurezza del sostentamento in cambio dell’apoliticismo. (The Submarine)

Lo scorso 15 luglio, dopo solo cinque mesi di governo, ha rassegnato le proprie dimissioni il Primo ministro tunisino, Elyes Fakhfakh. La caduta del governo tunisino è dovuto principalmente ad alcuni scandali legati alla persona dell’ex Premier e sulla pressione fatta dal Capo dello Stato. (Kongnews)

Politicamente parlando, Ghannouchi viene sconfitto, così come il suo partito che, a seguito di questo voto, molto probabilmente intraprenderà un lungo viaggio attraverso il deserto. A restare più scottato però è il diretto protagonista, Rached Ghannouchi che non si aspettava di certo 97 voti a sfavore. (AGC COMMUNICATION)