Usa, la Trump tax per le imprese che si trasferiscono negli Stati Uniti non è la più bassa al mondo

Usa, la Trump tax per le imprese che si trasferiscono negli Stati Uniti non è la più bassa al mondo
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Milano Finanza ECONOMIA

Ultim'ora news 4 febbraio ore 20 Donald Trump ha promesso una corporate tax tra il 15 e il 20% per qualunque società decida di trasferire i propri siti produttivi negli Stati Uniti, vendendola come la «più conveniente al mondo». In verità, così non è. «L’Ungheria ha l’asticella al 9%, la Bulgaria al 10%, l’Irlanda al 12,5%, la Slovenia al 19% e negli Emirati, nonostante un’aliquota nominale del 9%, tramite l’istituzione di free trade zones la tassazione sui redditi scende di fatto a zero», ha ricostruito con MF-Milano Finanza, Francesco Guelfi, partner di A&O Shearman. (Milano Finanza)

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"E' deplorevole" che gli Stati Uniti abbiano deciso di ritirarsi dall'imposta globale minima del 15% sulle multinazionali perché "Usa e Ue hanno sempre condiviso lo stesso interesse nel frenare il trasferimento dei profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione, semplicemente è nel nostro interesse comune". (Trentino)

Gli Usa di Trump escono anche dai negoziati dell’Onu per la riforma della tassazione globale chiesta dal Sud del mondo

Gli Stati Uniti si sono ritirati ufficialmente dal “Global Tax Deal”, ovvero l’accordo sulla tassazione minima per le multinazionali con cui l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) punta a riformare la fiscalità globale. (ISPI)

Né con l’Ocse né con le Nazioni Unite. Nella mente di Donald Trump la protezione degli interessi nazionali passa anche per il “no” a qualsiasi accordo che limiti l’autonomia degli Stati Uniti nel consentire alle multinazionali di pagare pochissime tasse. (Il Fatto Quotidiano)