Putin celebra la vittoria sul nazismo e rilancia l’asse anti-Occidente dalla piazza Rossa

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ESTERI

Redazione Esteri Redazione Esteri   -   Migliaia di soldati hanno sfilato ieri a Mosca, armi in pugno, sotto lo sguardo di oltre venti leader stranieri, molti dei quali africani, riuniti per gli ottant’anni dalla vittoria sovietica sulla Germania nazista. Una parata che, nel contesto di una guerra ormai protrattasi per tre anni, ha assunto toni non solo commemorativi ma anche politici, con Vladimir Putin intento a ribadire il ruolo della Russia come potenza globale alternativa all’Occidente.

Le misure di sicurezza, senza precedenti, hanno conferito all’evento un’aura di controllo assoluto: internet oscurato, taxi bloccati, ogni connessione interrotta per evitare dissensi. Un silenzio digitale che ha fatto da sfondo alla retorica del Cremlino, il quale ha trasformato quella che un tempo era una celebrazione storica in un manifesto dell’orgoglio nazionale contemporaneo. "Tutta la Russia è con noi", ha dichiarato Putin, mentre le telecamere inquadravano il patriarca Kirill, simbolo dell’unione tra Stato e Chiesa ortodossa.

Tra i presenti, spiccavano i rappresentanti di dodici delegazioni africane, segno tangibile della strategia della "Russiafrique", che punta a consolidare legami con un continente sempre più centrale nelle dinamiche geopolitiche. Mosca ha più volte sottolineato il proprio sostegno alle economie africane, richiamando il contributo sovietico durante le lotte per l’indipendenza, negli anni Sessanta e Ottanta, e proponendosi oggi come garante di una nuova identità panafricana.

Se i toni sono rimasti bassi, evitando esplicite provocazioni verso l’Occidente, il messaggio è stato chiaro: la vittoria sul nazismo, celebrata come un trionfo esclusivamente russo, viene strumentalizzata per legittimare l’attuale campagna militare. "Sosteniamo i partecipanti all’operazione speciale", ha aggiunto Putin, in un discorso che ha fuso passato e presente, storia e propaganda.