L’avvocato perugino racconta l’incontro con l’accusato di violenza a Mestre: «Mio figlio inseguito, non lo dimenticherò»

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INTERNO

Andrea Valentini, avvocato perugino noto per aver fatto parte della Corte d’assise nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher, rivela un inquietante episodio che lo lega a Massimiliano Mulas, il 45enne arrestato per aver violentato una bambina di undici anni a Mestre. «Mio figlio suonò il campanello del mio studio, inseguito nell’androne del palazzo da un uomo che oggi scopro essere lo stesso accusato di quel crimine», racconta Valentini, descrivendo con parole cariche di angoscia il momento in cui il figlio riuscì a sfuggirgli e a chiedere aiuto. «Ricordo il volto, le parole scambiate, l’incubo di cosa sarebbe potuto accadere».

Mulas, trasferito nel reparto «Sex offender» del carcere di Gorizia, rischia una condanna fino a 18 anni per l’aggressione avvenuta il 10 aprile scorso. Secondo quanto ricostruito, avrebbe pedinato la vittima per quaranta minuti, seguendola dall’uscita della palestra fino a casa, dove l’avrebbe aggredita. Un testimone lo avrebbe riconosciuto, contribuendo alle indagini.

Ignazio Ballai, l’avvocato che lo assiste, sta esaminando gli atti per ricostruire il passato giudiziario dell’uomo, già in carcere a Lanusei dal 2018 al 2021. Intanto, la criminologa Roberta Bruzzone non ha dubbi: «Persone come lui non guariscono, restano pericolose e vanno tenute sotto controllo costante». Specializzata in psicopatologia forense, la studiosa sottolinea l’importanza di un approccio che preveda misure detentive rigorose per soggetti con un profilo del genere