È morta Koyo Kouoh, curatrice della Biennale Arte 2026

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Ecco il profilo che avevamo pubblicato, certi che avrebbe concepito una Biennale visionaria e intelligente, particolarmente efficace per i tempi complessi che stiamo vivendo. @madamekoyo (è il suo account Instagram) mappa nuove geografie creative come solo sa fare chi è abituato a vivere a latitudine variabile e al ritmo di molteplici lingue (parla francese, tedesco, inglese, italiano). Nata in Camerun 58 anni fa, cresciuta in Svizzera, ha studiato in Francia business administration e oggi lavora tra Città del Capo, Dakar e Basilea (Vanity Fair Italia)
Su altri media
Da sempre impegnata nella promozione dell'arte africana (TGLA7)
“La Biennale di Venezia apprende con profondo dolore e sgomento la notizia della improvvisa e prematura scomparsa di Koyo Kouoh, curatrice della 61. Esposizione Internazionale d’Arte, che inaugurerà il prossimo 9 maggio 2026”. (ELLE Decor)
Curatrice, teorica, attivista culturale, Kouoh non è stata solo una figura chiave nella costruzione dell’ecosistema dell’arte africana contemporanea: è stata, in modo ancora più dirompente, una decostruttrice delle impalcature epistemiche dell’arte occidentale. (Artuu Magazine)

Il Padiglione vincitore: il Bahrain con il progetto «Canicola» Di PIERLUIGI PANZA (Corriere della Sera)
Koyo Kouoh è nata in Camerun nel 1967. Ha vissuto Douala fino ai tredici anni, quando la famiglia ha deciso di trasferirsi a Zurigo, in Svizzera, dove è rimasta per i successivi quindici anni. (ilgiornaledellarte.com)
Se ne va una mente brillante, una professionista tosta, una persona carismatica. Alla morte delle persone care Koyo Kouoh amava dire «riposa nella ribellione» ed è forse l’unico modo possibile di salutare questa donna che ha sempre saputo coniugare la cultura al potere e l’ha fatta circolare come strumento di indipendenza, di pensiero sano, di energia pura. (La Stampa)