Funerale di Mesina a Orgosolo, l'omelia: "Il Signore lo accolga"

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«Davanti al nostro caro fratello vogliamo che il Signore apra le sue braccia e lo accolga nella sua misericordia». Sono le parole pronunciate dal parroco di Orgosolo, don Salvatore Goddi, durante l’omelia per il funerale di Graziano Mesina, nella chiesa di San Pietro. Un rito concelebrato da vari sacerdoti, originari del paese di origine dell’ex bandito morto a Milano a 83 anni, in una chiesa affollata da tanti abitanti di Orgosolo. (L'Unione Sarda.it)
La notizia riportata su altre testate
Enza Asuni – Social media manager Giuseppe Mascia – Sindaco di Sassari (L'Unione Sarda.it)
Il funerale si terrà alle 11.30, nella chiesa di San Pietro, nel suo paese natale, dove la sua figura – amata o discussa – ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva, tra storia, cronaca e leggenda. (L'Unione Sarda.it)
Marcello Manganiello è in pensione ormai da molti anni, ma ricorda ancora benissimo quella mattinata del 16 marzo 1977 quando faceva parte del gruppo di poliziotti guidato dal capo della mobile di Trento Salvatore La Rocca che arrestò Graziano, Gratzianeddu, Mesina, allora primula rossa del banditismo sardo, morto sabato 13 aprile a 83 anni e già protagonista di una lunga serie di sequestri di persona. (Il T Quotidiano)

A campeggiare nel sagrato, imbrattato con lo spray nerastro, le scritte “Sei morto, ti sparo, riposa in pace”, corredate da tre croci, a poche settimane dalle minacce, apparse nella stessa chiesa contro due funzionari Forestas e il sindaco Pasquale Mereu. (L'Unione Sarda.it)
“Basterebbe provare a vivere e crescere con la paura di essere rapiti per far passare il mito del banditismo” tuona il presidente della commissione Trasporti della Camera. La figura di Graziano Mesina continua a dividere. (Cagliaripad.it)
Minuti per la lettura “Gratzianeddu” è morto. Graziano Mesina, il più famoso esponente del banditismo sardo del dopoguerra, aveva 80 anni. Era stato dimesso da poche ore dal reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo di Milano, dov’era stato ricoverato, da persona reclusa nel carcere di Opera, per un tumore nella fase terminale. (Il Quotidiano del Sud)