Lo zio di Saman: “Vidi il corpo tra le serre, iniziai a piangere e dissi: cos’ha combinato mio fratello”

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Nel corso dell’udienza di oggi al processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbas è intervenuto, oltre al fratello minore della ragazza uccisa a Novellara, anche lo zio Danish Hasnain, già condannato in primo grado a 14 anni di reclusione. L’uomo ha detto la sua sulla sera del 30 aprile 2021, l’ultima di Saman in vita. Ha raccontato che stava dormendo quando arrivarono a svegliarlo Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijiaz, i due cugini della vittima, dicendo che "c'era stato un casino". (Fanpage.it)
Ne parlano anche altri giornali
Terza udienza del processo d'appello per la morte di Saman Abbas a Bologna. Il fratello, Ali Heider, testimone chiave, ha spiegato di aver visto la buca nella quale era stata seppellita la sorella «sui giornali» e quando la rappresentante dell'accusa gli ha chiesto chi avesse scavato quella fossa, il ragazzo ha risposto dicendo che era opera dello «zio Danish e dei cugini Ikram e Nomanhulaq». (leggo.it)
L’ho presa tra le mie braccia, l’ho riempita di baci, ho pianto e urlato. "Non so chi ha ucciso Saman, non ero lì in quel momento, stavo dormendo. (il Resto del Carlino)
Una risposta sofferta, che è arrivata dopo un lungo silenzio. Si è aperta questa mattina, 13 marzo, in Corte d’Assise d’appello a Bologna la terza udienza del processo per la morte di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane uccisa a Novellara, nel Reggiano, nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. (Corriere della Sera)

In primo grado era stato comminato l’ergastolo ai genitori, 14 anni allo zi… Il processo d’appello vede imputati i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, lo zio Danish Hasnain e due cugini. (La Repubblica)
Leggi tutta la notizia Seconda giornata dedicata alle testimonianze di Ali Heider, fratello della 18enne di origine... (Virgilio)
Dopo la scomparsa della sorella, ha testimoniato nel corso del processo d’appello a carico del padre e della madre a Bologna, “ho chiesto diverse volte ai cugini Ikram e Nomanhulaq e allo zio Danish dov’era mia sorella, ma ogni volta che iniziavo a piangere mi dicevano di stare zitto” finché una volta “mi hanno risposto che non me lo potevano dire, ma che non mi dovevo preoccupare perché là dov’era stava bene, che era in paradiso”. (Il Fatto Quotidiano)