Csc: da blocco gas impatto shock, Pil Italia -2% annuo

Agenzia askanews ECONOMIA

Nel 2023, invece, quando i prezzi sarebbero doppi rispetto allo scenario baseline per tutto l’anno, l’impatto sul PIL sarebbe ben più rilevante (-2,2%).Cos/Pie

In termini di volumi di gas, l’impatto di un blocco, sottolinea il Csc, va valutato nella situazione che si creerebbe mese per mese, non in termini di consumo annuo aggregato.

Sabato 28 maggio 2022 - 14:13. Csc: da blocco gas impatto shock, Pil Italia -2% annuo. (Agenzia askanews)

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Il pmi in aumento in aprile (55,7 da 52,1) "indica un possibile rimbalzo nel secondo trimestre dei servizi, compressi da tempo. L'analisi 'congiuntura flash' del centro studi di Confindustria evidenzia che "nel secondo trimestre 2022 lo scenario per l'Italia resta complicato (dopo il -0,2% del Pil nel primo) per il proseguire del conflitto in Ucraina. (L'HuffPost)

Secondo i calcoli, la produzione è diminuita dello 0,8% nella media del primo trimestre e la stima di aprile è di una caduta. “Nel 2° trimestre 2022 lo scenario per l’Italia resta complicato”: così sintetizza la sua analisi sul prossimo futuro il Centro studi di Confindustria. (Money.it)

Tale shock causerebbe una forte carenza di volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale dei costi energetici. "I costi delle imprese italiane restano appesantiti dai rincari delle commodity, amplificati dal conflitto, nonostante i parziali interventi del Governo", segnala ancora Confindustria, ripercorrendo il quadro dei dati congiunturali. (la Repubblica)

Tale shock causerebbe una forte carenza di volumi di gas per industria e servizi e un aumento addizionale dei costi energetici. L’impatto totale sul Pil in Italia, nell’orizzonte 2022-2023, è stimabile in quasi un -2,0% in media all’anno». (Il Sole 24 ORE)

Se il quadro fosse questo, la carenza di offerta su 12 mesi (aprile 2022-marzo 2023) sarebbe pari a 14 miliardi di metri cubi (il 18,4% dei consumi italiani). In termini di volumi di gas, l’impatto di un blocco, sottolinea il centro studi di Confindustria, va valutato nella situazione che si creerebbe mese per mese, non in termini di consumo annuo aggregato. (Start Magazine)