Interviene il Garante: DeepSeek introvabile negli store italiani

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ROMA — DeepSeek, la piattaforma cinese più discussa del momento, è introvabile sugli store digitali in Italia. Sia su quello di Google sia su quello di Apple. Un déjà vu. Nel 2023 è successo a ChatGpt, che fa capo all’americana OpenAi. La mossa della società made in China fondata da Liang Wenfeng – il 39enne che qualche giorno fa ha stupito il mondo con un algoritmo di intelligenza artificiale lo… (la Repubblica)
Ne parlano anche altri giornali
NEW YORK – Innovazione geniale, tecnica efficiente e raffinata per sfruttare meglio le tecnologie, già esistenti, sviluppate nella Silicon Valley o operazione studiata a tavolino dai cinesi per tentare di destabilizzare le imprese tecnologiche Usa più avanzate, quelle che hanno il maggiore valore strategico per la potenza avversaria di Pechino? L’ipotesi che attorno a DeepSeek fosse stata costruita una manovra tecnopolitica era emersa già lunedì mattina, nel momento del crollo in Borsa di tutti i titoli legati all’intelligenza artificiale e alla produzione di elettricità (visto che il nuovo modello cinese sembra consumarne molta meni energia): alcuni analisti e tecnologi (come il grande innovatore Yann LeCun, ora scienziato capo di Meta-Facebook) avevano invitato a non considerare la novità una rivoluzione o un colpo basso geopolitico, ma come la dimostrazione della superiorità dei modelli open source, che possono essere migliorati da tutti, rispetto a quelli chiusi (come OpenAI che, secondo Elon Musk, ha tradito la sua missione e capovolto la filosofia dei fondatori). (Corriere della Sera)
Se DeepSeek ha terremotato il comparto AI occidentale, chissà il terrore che scatenerà Qwen2.5-Max, la super Intelligenza artificiale lanciata da un colosso cinese del calibro di Alibaba e che promette di essere persino più performante della connazionale contrassegnata dal cetaceo nel logo. (StartupItalia)

È questo, forse, il modo più sintetico per raccontare la sensazione lasciata nel vedere gli amministratori delegati delle sette sorelle che dominano l’economia mondiale, seduti in prima fila, per la prima volta tutti insieme, alla cerimonia di inaugurazione del Presidente Trump. (ilmattino.it)