Nicola Salvati, tesoriere Pd arrestato: falsi documenti e migranti al centro dell’inchiesta





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Nicola Salvati, 39 anni, commercialista di Poggiomarino e fino a pochi giorni fa tesoriere regionale del Partito democratico in Campania, è finito agli arresti domiciliari per il suo presunto ruolo in un’organizzazione criminale dedita alla falsificazione di documenti e allo sfruttamento di migranti. Secondo le indagini coordinate dalla procura di Salerno e condotte dai carabinieri, Salvati avrebbe agito come «fulcro centrale» di un sistema che, attraverso la sua attività professionale, garantiva permessi di soggiorno irregolari a cittadini stranieri, i quali arrivavano a pagare fino a 7 mila euro per ottenere documenti falsi.
Il caso è emerso grazie alle rivelazioni di Raffaele Nappi, 64enne imprenditore agricolo di Capaccio, in provincia di Salerno, che ha deciso di collaborare con la giustizia evitando così il carcere. Nappi, cliente storico dello studio di commercialisti gestito da Nicola e suo padre Giuseppe Salvati, ha fornito dettagli cruciali sulle attività illecite della famiglia. Tra queste, spicca l’impiego di lavoratori stranieri irregolari nelle aziende agricole di Nappi, con il supporto logistico e documentale dei Salvati.
Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato un dialogo emblematico tra Nicola Salvati e Nappi, in cui il commercialista cercava di rassicurare l’imprenditore dopo una richiesta di documenti da parte dei carabinieri: «Il fiscale non è penale», avrebbe detto Salvati, sottolineando una presunta distinzione tra reati contabili e penali. Tuttavia, le indagini hanno dimostrato che lo studio dei Salvati non si limitava a consulenze fiscali, ma era coinvolto in un giro più ampio, che includeva fatture false, riciclaggio e la gestione di flussi migratori illegali.
La posizione di Nicola Salvati all’interno del Partito democratico, dove ricopriva il ruolo di tesoriere regionale, ha aggiunto un ulteriore livello di complessità al caso. Dopo l’arresto, il Pd ha sospeso immediatamente Salvati dall’incarico, cercando di prendere le distanze da uno scandalo che rischia di danneggiare ulteriormente l’immagine del partito in Campania, già alle prese con tensioni interne. Sandro Ruotolo, eurodeputato e responsabile nazionale per l’Informazione e la Cultura del Pd, ha annunciato un incontro a Napoli per discutere di «questioni morali e sociali», sottolineando la necessità di tutelare «le persone perbene» all’interno del partito.
Le indagini, intanto, proseguono. I magistrati stanno ricostruendo i flussi finanziari legati alle attività illecite, con particolare attenzione ai movimenti di denaro tra lo studio dei Salvati e le aziende coinvolte. Il ruolo di Nicola Salvati, descritto come centrale nell’organizzazione, potrebbe aprire ulteriori scenari giudiziari, mentre il padre Giuseppe, al momento, non risulta indagato.