La crisi in Kazakhstan è un grosso problema per i miner di criptovalute

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Jaran Mellerud, analista della società di criptovalute Arcane Research, stima che lo spegnimento di internet da solo potrebbe essere costato ai miner kazaki 7,2 milioni di dollari.

Per molti dei quali si è trattato solo dell'ultima di una serie di circostanze sfortunate che da mesi perseguitano la loro attività.

Quando nel 2017 Denis Rusinovich fondò la società di estrazione di criptovalute Maveric Group in Kazakhstan, era convinto di aver fatto centro. (Wired Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

Secondo il presidente, rimarranno sul suolo nazionale fino a quando la situazione non sarà "completamente stabilizzata" Alla base delle proteste, l'aumento del prezzo del gas che ha causato un aumento generale del costo della vita. (Fanpage.it)

Il presidente ha assicurato che fornirà alla comunità internazionale le prove del "coinvolgimento di terroristi stranieri" e che il suo governo è di fronte ad una "aggressione dall'esterno" (Sputnik Italia)

– Bitcoin scivola sotto i 40 mila dollari e attualmente viene scambiato a 39.865 dollari. Male anche le altre, con Ethereum che finisce sotto i 3 mila dollari a 2.964 dollari, in calo del 4,72%. (EOS Sistemi avanzati scrl)

La situazione in Kazakistan: risorse naturali e diritti umani. L’inizio di gennaio è coinciso con il ritorno delle proteste operaie nelle industrie che nella città di Žanaozen estraggono gas e petrolio. (Osservatorio Diritti)

Ansa. COMMENTA E CONDIVIDI. . . . . . . Il governo del Kazakistan aveva creduto davvero che diventare la patria dei cercatori di bitcoin fosse una grande idea. In Kazakistan la rete web non era un problema e l’energia abbondava. (Avvenire)

Minori sono i costi, infatti, maggiori sono i profitti. Più passano i giorni e più il quadro in cui si è sviluppata la crisi energetica che ha portato alle rivolte in Kazakistan sembra condurre proprio alle criptovalute. (Radio Popolare)