A Biella, durante l’adunata degli alpini, risuona "Faccetta nera" tra polemiche

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INTERNO

Nella serata di venerdì, mentre Biella ospitava l’adunata nazionale degli alpini – evento che richiama decine di migliaia di partecipanti e si protrarrà fino a domani – dalle casse piazzate lungo le strade è echeggiata Faccetta nera, la canzone legata alla propaganda coloniale fascista degli anni Trenta. Un video, diffuso sui social e ripreso da testate locali come Il Biellese e La Stampa, mostra un gruppo di persone, alcune con il caratteristico cappello adornato dalla penna nera, cantare il brano mentre risuona nell’aria. Le immagini, circolate rapidamente anche nelle chat della zona, hanno acceso un dibattito immediato.

L’episodio, avvenuto in via Gramsci – intitolata al teorico marxista – non è passato inosservato, tanto che il Partito Democratico biellese ha espresso una netta condanna. Elisa Francese, della segreteria provinciale dem, e Andrea Basso, segretario del circolo Pd locale, hanno definito il canto un "insulto alla memoria", sottolineando come quel brano, "che celebra gli orrori del colonialismo mussoliniano", sia incompatibile con lo spirito della manifestazione. Gli alpini, corpo militare decorato per il suo impegno in pace e in guerra, sono da anni al centro di critiche per episodi analoghi, sebbene l’Associazione nazionale alpini ribadisca periodicamente la sua estraneità a derive nostalgiche.

L’adunata, che oggi vedrà la tradizionale sfilata per le vie del centro con la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa, rappresenta un appuntamento consolidato, capace di attirare turismo e di riempire piazze e locali. Ma l’ombra del passato, come dimostra l’accaduto, torna a farsi sentire quando simboli e canti legati al Ventennio irrompono nella contemporaneità. Senza aggiungere giudizi sulle intenzioni di chi ha intonato il brano, resta il fatto che la canzone, bandita dalle cerimonie ufficiali già nel 1945, continua a dividere, trasformandosi in un’occasione di scontro tra chi ne denuncia il retaggio e chi, forse con superficialità, ne ripropone la melodia come un canto folcloristico.