Scatta il maxi-sciopero nei porti sulla costa Est degli Stati Uniti
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Salvo colpi di scena o cambi di programma al momento non previsti, ben 36 porti degli Stati Uniti affacciati sull’Oceano Atlantico entrano da oggi in uno sciopero che dovrebbe durare una settimana. Secondo Jp Morgan l’impatto economico negativo sul Paese potrebbe arrivare a 5 miliardi di dollari al giorno. A proclamarlo è stato il sindacato dei lavoratori portuali International Longshoremen’s Association (Ila) che da tempo ha in atto un braccio di ferro contro l’associazione dei terminalisti portuali Usmx (United States Maritime Alliance) per il rinnovo del contratto nazionale. (shippingitaly.it)
Se ne è parlato anche su altri media
I lavoratori portuali americani sono in sciopero: l'agitazione coinvolge 26 scali della costa est e del Golfo del Messico, dal Maine al Texas, per un totale di 45mila lavoratori. Si tratta del primo sciopero dal 1977. (Il Sole 24 ORE)
Oltre 45mila lavoratori chiedono miglioramenti salariali (LAPRESSE)
Washington – E’ un vero e proprio tsunami quello che sta per abbattersi sul sistema portuale della Costa Orientale e del Golfo degli Stati Uniti. (ShipMag)
Alla vigilia di una scadenza cruciale, l’International Longshoremen’s Association, il potente sindacato che rappresenta quasi 30.000 lavoratori portuali sulla costa orientale degli Stati Uniti, si prepara a lanciare uno sciopero senza precedenti. (ComplianceJournal.it)
Due terzi del commercio americano, pari a 92 miliardi di dollari; 45.000 lavoratori portuali in grado di bloccare non solo 36 scali marittimi sulla costa atlantica degli Usa, ma anche una buona fetta dell’economia Usa; fra il 60 e il 70% delle esportazioni di greggio. (Nicola Porro)
È una vera e propria bomba quella che è stata lanciata, poche ore fa, sulla campagna elettorale americana. Si tratta della prima serrata che questa organizzazione attua dal 1977: una serrata che coinvolgerà circa 45.000 operai in 36 porti della costa orientale. (Panorama)