Dal 7 aprile al 16 luglio 1994, cento terribili giorni: il genocidio in Ruanda

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Dopo la conquista, l’area fu spartita fra Gran Bretagna (Kenya e Uganda), Belgio (Congo) e Germania (Ruanda e Burundi).

Il movente ideologico fondamentale di questo genocidio fu l’odio razziale verso la minoranza tutsi, che aveva costituito l’élite sociale e culturale del Paese.

Dopo oltre due mesi di efferati massacri e barbarie di ogni tipo , il 4 luglio Paul Kagame, a capo dell’esercito FPR, entrò a Kigali ed il 16 luglio venne dichiarata ufficialmente finita la guerra

Tra Storia e Memoria – Dal 7 aprile al 16 luglio 1994 si compie in Ruanda il genocidio dei tutsi e degli hutu moderati, per mano dell’esercito regolare e di milizie paramilitari. (Il Faro Online)

La notizia riportata su altre testate

Mi sarei vestito sempre allo stesso modo per essere riconoscibile: pantaloni scuri, camicia azzurra, giacca grigia. Gli elaborati possono essere inviati all’indirizzo email:coordinamentodirittiumani@gmail. (Caserta24ore IlMezzogiorno Quotidiano)

In 100 giorni vennero massacrate più di 1 milione di persone a causa di una guerra fratricida in . 'Nonostante la paura': il libro che racconta il genocidio del Ruanda con gli occhi di un bambino (Di martedì 6 aprile 2021) 27 anni fa il Ruanda è stato teatro di uno dei massacri di pulizia etnica tra i più gravi nella storia. (Zazoom Blog)

La storia di Vanessa, sopravvissuta al genocidio. Vanessa aveva solo 11 anni quando è iniziato il genocidio in Ruanda, oggi ne ha 35 e vive in un villaggio vicino alla casa in cui è nata. Tra i sopravvissuti si contano 250 mila donne violentate, 80 mila vedove e più di 300 mila orfani. (Save the Children Italia)

Per la prima volta in vita mia ho visto una massa di bambini con la paura negli occhi. Ho fatto prima di tutto il mio dovere. (La Valle Dei Templi)

Erano giovani, vecchi, bambini, donne le vittime massacrate e torturate senza alcuna pietà dagli hutu, appartenevano alla tribù dei tutsi ma anche al ceto moderato degli stessi hutu. Mi sarei vestito sempre allo stesso modo per essere riconoscibile: pantaloni scuri, camicia azzurra, giacca grigia. (AbitareaRoma)

Il 7 aprile si ricorda uno dei peggiori orrori del Novecento: il Genocidio contro i Tutsi in Rwanda. Quella commemorazione, tuttavia, riguarda tutti noi perché, come ha ricordato Gaël Faye due anni fa, in occasione del 25° Kwibuka, «Il genocidio comincia a scuola, nei media, nella cultura. (Focus on Africa)