Strage di Capaci, il tributo della Polizia agli agenti morti 28 anni fa

La Repubblica INTERNO

Il loro coraggio e la loro forza d’animo possano fungere da guida per le giovani generazioni", sono le parole della Polizia in occasione dell'anniversario della strage di Capaci.

video Polizia di Stato

La Polizia di Stato, sulle note del Silenzio, nel Sacrario dei Caduti ricorda gli Agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina che - insieme ai giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino - 28 anni fa sono stati trucidati dalla mafia. (La Repubblica)

La notizia riportata su altri media

"Sarebbe stato un bel gesto simbolico ricordare tutti assieme il giudice Falcone nella triste data del vile attentato che gli tolse la vita assieme alla moglie Francesca Morvillo e alla scorta per mano della Mafia". (SanremoNews.it)

Quest’anno, su proposta di Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata a suo fratello Giovanni, la Giornata della legalità è dedicata a tutti coloro che, in questi mesi, si sono prodigati, con abnegazione e grande senso del dovere, nella difficile gestione dell’emergenza sanitaria. (L'Amico del Popolo)

Poi Mistretta, Trapani, Palermo. Di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Patronaggio si è spesso definito "l'amico dell'ultima ora. (Avvenire.it)

La donna ha ricordato l'infanzia semplice di Antonio nel suo piccolo paese, i giorni "spensierati di maggio trascorsi in giardino, le canzoni preferite. Quei 600 chili di tritolo, esplosi sotto l'autostrada che collega Puntaraisi a Palermo sono entrati violentemente in casa nostra e da allora niente è stato più come prima. (La Repubblica)

Oggi scandiamo il nome di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Era il 23 maggio 1992 quando gli attentatori di Cosa Nostra fecero esplodere un tratto della A29 per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. (newsbiella.it)

I mafiosi, nel progettare l'assassinio dei due magistrati - prosegue Mattarella - non avevano previsto un aspetto decisivo: quel che avrebbe provocato nella società. (La Repubblica)