Il fratellastro di Antonio Cassano tenta di strangolare un agente nel carcere di Trani

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Dopo aver chiesto di essere accompagnato in infermeria, Cassano si sarebbe scagliato contro di lui stringendogli il collo. Il Sappe: "Sfiorata la tragedia, menefreghismo della politica" Ha tentato di strangolare un agente della Polizia Penitenziaria nel carcere di Trani, provocandogli una ferita alla testa con 15 giorni di prognosi. Protagonista dell’aggressione è Giovanni Cassano, noto come ‘u curt e fratellastro dell’ex calciatore Antonio. (Il Fatto Quotidiano)
Su altri giornali
Cassano, con cui il calciatore non ha mai voluto avere rapporti, si trova a Trani dove deve scontare pene per furti, rapine e ricettazioni ed è già noto per altre aggressioni all'interno delle altre carceri pugliesi. (RaiNews)
Sconcerto per l’accaduto è stato espresso dai rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria. Un'aggressione brutale, un poliziotto penitenziario finito in ospedale e la denuncia (di rito) dei sindacati. (Corriere Bari)
L’agente, infatti, avrebbe tentennato nell’attesa dell’autorizzazione per scor… È Giovanni Cassano, il fratellastro del calciatore Antonio, il responsabile dell’aggressione avvenuta nella sera di ieri, lunedì 14 aprile, nel carcere di Trani (la Repubblica)

Lo riferisce Mimmo Sardelli, segretario generale della Fp Cgil di Taranto, aggiungendo che l'ispettore ha dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari e che «solo una settimana fa avevamo dovuto registrare un altro atto di brutalità nei confronti di un altro agente a cui un detenuto aveva addirittura fratturato una mano». (Quotidiano Di Puglia)
Giovanni Cassano, dopo aver chiesto di essere accompagnato in infermeria, si sarebbe scagliato contro l'agente di polizia stringendogli il collo "così forte da farlo svenire", denuncia il Sappe. (Il Messaggero)
“Da tempo il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, chiede interventi a tutela della sicurezza e dell’incolumità dei poliziotti inutilmente. E nella serata di ieri siamo quasi arrivati ad un punto di non ritorno allorquando un detenuto con qualche problema psichiatrico avrebbe chiesto di andare all’infermeria. (Quinto Potere)