Bufera sul Csm, azzerati i vertici della Cassazione: bocciate le nomine del presidente Curzio e della vice Cassano

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Di fatto, dunque, è stata ribaltata la decisione del Tar che, al contrario, aveva confermato entrambe le nomine al Csm.

La motivazione del Csm, infatti, viene considerata non «resistente alle doglianze articolate dall’appellante, risultando irragionevole e gravemente carente».

Adesso bisognerà capire chi, il 21 gennaio prossimo, presenzierà l’apertura dell’anno giudiziario in Cassazione, in mancanza di un presidente. (Open)

Ne parlano anche altre fonti

Due sentenze “gemelle” che ha causato un vero e proprio terremoto a “Palazzaccio“, sede della Corte di Cassazione, anche a Palazzo dei Marescialli sede del Csm. “Conoscendo il modo di operare del Csm faranno di tutto – aggiunge, critico, il professor Scoca – perchè a seguito della decisione del Consiglio di Stato non succeda niente (CORRIERE DEL GIORNO)

l Consiglio di Stato, con due distinte sentenze, ha decapitato i vertici della Corte di Cassazione. Insomma si sarebbe dato troppo valore anche al fatto che Cassano è stata Presidente della Corte di Appello di Firenze senza considerare che Spirito aveva una ben più lunga e specifica esperienza di alto magistrato “dirigente” in Cassazione. (Corriere della Calabria)

A vincere entrambi i ricorsi il presidente di sezione civile della Cassazione, Angelo Spirito, difeso dal professor Franco Gaetano Scoca. A una settimana dall’inaugurazione dell’anno giudiziario, azzerati i vertici della Cassazione. (Il Fatto Quotidiano)

ansa. Condividi Accoglienza infatti il ricorso del giudice Angelo Spirito ha dichiarato illegittime le nomine, fatte nel 2020 dal Csm, del presidente della Suprema Corte Pietro Curzio e del presidente aggiunto Margherita Cassano. (Imola Oggi)

Ad assistere all’inaugurazione solenne dell’anno giudiziario, in prima fila e al centro dell’aula, ci sarà Sergio Mattarella, presidente della Repubblica giunto agli ultimi giorni del suo mandato - non a caso poche ore dopo (lunedì 24) cominceranno le votazioni per il successore. (Il Manifesto)