Ilaria Salis attacca i centri migranti in Albania: "Prigioni coloniali", ma il governo difende la linea



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L’eurodeputata di Avs Ilaria Salis ha scatenato una bufera con un post sui social in cui definisce i centri per migranti in Albania, in particolare il CPR di Gjader, come "campi di concentramento" e "prigioni coloniali". Un’accusa durissima, che ha immediatamente sollevato polemiche, soprattutto da parte del governo, il quale ribatte che la maggior parte dei trasferiti ha precedenti penali.
Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, infatti, i migranti destinati alle strutture albanesi non sarebbero semplici richiedenti asilo, ma individui coinvolti in reati, il cui allontanamento risponde a esigenze di sicurezza. Claudio Galzerano, capo della direzione centrale dell’Immigrazione, ha fornito dati precisi: dall’inizio dell’anno sono stati rimpatriati 1.656 irregolari, con un aumento di 385 unità rispetto allo stesso periodo del 2024. «Stiamo lavorando per avere più Paesi d’origine collaborativi», ha aggiunto, sottolineando la volontà di rendere più efficiente il sistema.
L’opposizione, però, non ci sta. Parlamentari del Pd e attivisti del Comitato italiano rifugiati, dopo una visita al centro di Gjader, denunciano una strategia che dipinge i migranti come criminali da isolare, privandoli di ogni possibilità di difesa. «Li trattano come se fossero al 41 bis», è l’amara considerazione di chi sostiene che quei trasferimenti siano una forma di esternalizzazione punitiva, più che una soluzione gestionale.
Intanto, la Corte costituzionale ha chiuso la porta a un terzo mandato per i governatori di Regioni a statuto ordinario, come Luca Zaia e Attilio Fontana, mentre in Friuli-Venezia Giulia si discute della possibile candidatura di Massimiliano Fedriga. In Veneto, invece, il Partito Democratico sembra puntare su un nome simbolo come quello della campionessa di tennis Sara Errani, sebbene non ci siano ancora conferme ufficiali.