11 settembre, l’avamposto milanese del terrore: i contatti tra viale Jenner e New York

Corriere Milano INTERNO

Tra le telefonate intercettate nel 1994 in viale Jenner c’è quella con una voce ritenuta di Al Zhawahiri, futuro braccio destro di Bin Laden

Il 26 febbraio, a New York, avviene il primo attentato (fallito) alle Torri gemelle.

E poi iniziammo a vedere uomini che, passando da Milano, con appoggi e documenti falsi andavano a combattere in Bosnia.

L’imam della moschea dal 1989 era Anwar Shaaban, egiziano, ingegnere, coltissimo, carismatico. (Corriere Milano)

Su altre testate

Il presidente voleva colpire perché temeva che bin Laden si spostasse, e in effetti stava per farlo» di Marilisa Palumbo. Peter Bergen, analista di sicurezza nazionale alla Cnn, è stato il solo giornalista a entrare nell’ultimo rifugio del capo di Al Qaeda, Osama bin Laden, prima che i militari Usa lo distruggessero. (Corriere della Sera)

Venti anni dopo, questo offensiva del terrore non solo è ancora in corso ma sente di avere il vento a favore: dalle strade di Kabul alle dune del Sahel fino all’aula del tribunale di Parigi (La Repubblica)

Lo sguardo dei ragazzi – tutti nati dopo o a ridosso della fatidica data – svela quanto l’11 settembre sia impresso nella memoria collettiva. Alessandro è nato esattamente sette anni e sei mesi dopo quel giorno fatale del 2001. (Avvenire)

Se tuttavia ci sono "ottime possibilità" che al-Qaeda possa ristrutturarsi in Afghanistan "è più difficile dire se questo porterà nuovi attacchi all'Occidente", uno scenario che al momento non sembra una "priorità" per la formazione jihadista. (Adnkronos)