Sergio Ruocco a Messa al cimitero con i Verzeni. «Facevano male quegli sguardi su di me»
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È una piccola magnolia senza fiori a dare riparo a mille domande. Ma per le risposte bisogna guardare più in alto. Nel giorno in cui la Procura consegna la risposta – un nome, cognome e una confessione – al terribile rompicapo della morte di Sharon Verzeni, la sua famiglia cerca le sue risposte e consegna il suo grazie, nonostante tutto, nell’intimo raccoglimento di una Messa. Sono le 17 meno dieci minuti quando dalla casa dei Verzeni, in via Adda a Bottanuco, escono prima la sorella di Sharon, Melody, con alcune cugine, poi papà Bruno, mamma Maria Teresa, il fratello Christopher e il fidanzato Sergio Ruocco. (L'Eco di Bergamo)
Ne parlano anche altre fonti
Come da prassi investigativa, il primo sospettato per l’omicidio è stato il compagno di Sharon, Sergio Ruocco, di 37 anni, ma lui non è mai stato indagato perché ha un alibi giudicato attendibile dagli inquirenti: al momento del delitto era nel suo letto e dormiva. (IL GIORNO)
"Rileggiamo i giornali di agosto e troviamo in ogni articolo, neanche troppo velati, i sospettucci gettati lì sul compagno di Sharon Verzeni, Sergio Ruocco, con storie di dissidi tra i due, telecamere che lo seguono ovunque, convocazioni in caserma interpretate come sentenze di condanna. (L'HuffPost)
Anzi, a pensarci bene Ruocco esprime una “personalità assente da emozioni, iper controllata, con quella bocca chiusa che segnala una probabile menzogna”. Sergio Ruocco, l’idraulico promesso sposo di Sharon? Un tizio strano, uno con il “volto da robot, inespressivo, non addolorato, senza rughe o che un micro muscolo mai si contragga”. (La Stampa)
Se avessimo in mente un nome lo avremmo detto subito ai carabinieri e, probabilmente, tutto questo sarebbe già finito». Così Sergio Ruocco, intervistato da La Stampa e Repubblica, ha parlato al ritorno a casa dopo il primo giorno di lavoro da quando il 30 luglio scorso la fidanzata Sharon Verzeni è stata uccisa a coltellate per strada a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, da un killer che ancora non ha un nome. (Gazzetta di Parma)
"Grazie a coloro che hanno testimoniato e hanno permesso di arrivare ai risultati di oggi. E' quanto ha detto Bruno Verzeni, il padre di Sharon, leggendo un breve comunicato, assieme alla moglie e ai due figli, fuori dalla loro abitazione a Bottanuco (Bergamo). (Tuttosport)
Poche ore dopo l’individuazione del 31enne che la notte del 30 luglio scorso avrebbe accoltellato mortalmente la barista a Terno d’Isola, la famiglia Verzeni ha esposto pubblicamente il suo ringraziamento agli inquirenti ma anche ai testimoni (BergamoNews.it)