Attacco di Israele all'Iran, colpiti siti di missili e radar

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ESTERI

L'attacco israeliano all'Iran, avvenuto nella notte di venerdì, ha visto l'impiego di un centinaio di F-15 e F-16, che hanno colpito diversi obiettivi strategici, tra cui una fabbrica di droni a Shamsabad. L'operazione, denominata "Giorni di Pentimento", è stata una risposta ai duecento missili iraniani lanciati il primo ottobre su Israele, in seguito all'uccisione di Nasrallah, leader degli Hezbollah. Nonostante l'avvertimento dato a Teheran pochi minuti prima dell'attacco, l'azione ha causato quattro morti e la distruzione di alcune basi.

L'attacco, sebbene preannunciato dalle autorità israeliane, ha evitato infrastrutture chiave e siti petroliferi e nucleari, come richiesto dal presidente americano Joe Biden. Gli israeliani hanno colpito le difese aeree iraniane e le basi di missili, ma hanno scelto di non danneggiare le infrastrutture critiche, cercando di limitare l'escalation del conflitto. Tuttavia, l'Iran ha dichiarato che risponderà all'attacco, nonostante i danni siano stati limitati.

L'operazione ha visto l'impiego di oltre 100 velivoli, tra cui caccia e droni, che in tre ondate hanno colpito circa 20 siti in Iran, Siria e Iraq. Gli obiettivi principali erano le difese aeree iraniane e i siti di produzione di missili, ma sono stati evitati i siti energetici e nucleari. Questo attacco rappresenta una delle rare occasioni in cui Israele ha ammesso la responsabilità di un'azione militare oltre i propri confini.

La prudenza di Israele, dettata anche dalla necessità di evitare un'escalation immediata del conflitto, è stata evidente nella scelta degli obiettivi e nella comunicazione con Washington e Teheran.