Il boss inviava ordini pure dal carcere: tra gli affari il commercio della carne

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Qua nessuno si pente compà, San Mauro numero uno, perché mi voglio vantare, San Mauro è Corleone”, dicevano senza sapere di essere intercettati.

I capi del mandamento di San Mauro Castelverde erano sicuri dell’affidabilità degli uomini del clan.

Questo l’elenco dei fermati: Domenico Farinella, detto “Mico”, 60 anni, Gioacchino Spinnato, detto “Iachino”, 68 anni, Giuseppe Farinella, 27 anni, Giuseppe Scialabba, 35 anni, Francesco Rizzuto, 51 anni, Mario Venturella, 57 anni, Antonio Alberti, 46 anni, Rosolino Anzalone, 57 anni, Vincenzo Cintura, 47 anni, Pietro Ippolito, 60 anni, Giuseppe Antonio Di Maggio, 66 anni. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Fino a giovedì mattina il tempo sarà stabile, tanto sole ovunque con cieli generalmente sereni o poco nuvolosi, ma nell’Isola si sfioreranno i 43 gradi. Sono previsti rovesci e temporali localizzati al Centro e al Nord Italia che man mano coinvolgeranno il Sud: nel primo weekend di luglio il maltempo andrà spostandosi sulle isole maggiori, con un calo delle temperature di almeno dieci gradi. (Live Sicilia)

Qua nessuno si pente compà, San Mauro numero uno, perché mi voglio vantare, San Mauro è Corleone”, dicevano intercettati gli indagati. Nel corso della notte sono stati fermati i capi e i gregari che appartengono al mandamento di San Mauro Castelverde roccaforte di cosa nostra nelle Madonie. (BlogSicilia.it)

Nell’ambito dell’inchiesta antimafia che all’alba di oggi ha portato al fermo di undici persone ritenute vicine alla famiglia mafiosa di San Mauro Castelverde, nelle Madonie. (Grandangolo Agrigento)

Una cosca chiusa e impenetrabile come il fiore Alastra, che da il nome all’operazione. “Gli ho dato una testata, così gli ho spaccato il naso – dicevano gli uomini del clan intercettati – Niente. (BlogSicilia.it)

Tra i reati contestati, a vario titolo, oltre all’associazione mafiosa ed estorsione, anche trasferimento fraudolento di beni, corruzione, violenza privata, furto aggravato e danneggiamento. In tale quadro si inseriscono "le numerose estorsioni ai danni dei commercianti locali documentate dai militari dell’Arma, così come l'organizzazione di una efficientissima rete di comunicazione necessaria agli storici capi mafia detenuti per mantenere il comando degli associati liberi e continuare a strangolare imprese e società civile". (Giornale di Sicilia)

Al fine di eludere eventuali misure cautelari, infatti, Giuseppe Farinella e Giuseppe Scialabba «avevano fatto risultare terze persone quali titolari rispettivamente di un centro scommesse di Palermo e una sanitaria di Finale di Pollina, sottoposti a sequestro, del valore di 1.000.000 di euro». (Il Messaggero)