Portuali Trieste, la protesta sul Green pass: cosa succede se lo scalo si ferma

QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Questo significa che l'eventuale blocco di un terminale, come paventato a Trieste, varebbe la perdita di "decine di milioni di euro".

I porti 'caldi', attualmente, sono soprattutto quelli di Trieste e Genova, ovvero il "40% della portualità italiana".

A far scattare la molla è stata la circolare del Viminale che due giorni fa invitava le imprese a mettere a disposizione tamponi gratuiti per chi fosse sprovvisto di Green pass, circolare smentita ieri sera: 'gli operatori economici potranno valutare in autonomia'. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altre fonti

Certo, sul green pass da esibire per accedere ai luoghi di lavoro, non mancano i problemi: "Ad oggi permangono criticità di carattere operativo". "Da noi la questione ideologica è diametralmente opposta a quella di Trieste, non abbiamo quel tipo di tensione". (IL TELEGRAFO)

Noi non vogliamo né Green pass né tamponi. L’unica apertura che possono avere nei nostri confronti è togliere il Green pass. (Il Fatto Quotidiano)

Il Viminale ha provato a risolvere la questione chiedendo alle imprese portuali di mettere a disposizione tamponi gratuiti per i lavoratori. Parole pesanti quelle di Puzzer, con i lavoratori portuali di Trieste (circa il 40% non è vaccinato) che non intendono fare marcia indietro (Centro Meteo italiano)

I dati del porto di Trieste. Il trasporto via mare incide ancora molto nel sistema di scambio merci dell’Italia. Il porto di Trieste infatti è anche il punto di raccordo tra due regioni: l’Asia e l’Est Europa (Open)

Puzzer dice blocchiamo tutti i porti, tutte le merci. Il presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga auspica che con il buon senso si possa arrivare a un equilibrio. (TGR – Rai)

A complicare la situazione la manifestazione 'no Green Pass' in programma venerdì 15 ottobre che, dal centro città, si trasferirà ai varchi dello scalo, di fatto impedendo l'operatività dei traffici portuali. (Il Friuli)