Hertz dichiara bancarotta in Usa e Canada: trema il colosso dell'autonoleggio

L'Unione Sarda.it ECONOMIA

Il gruppo, fortemente indebitato, è stato costretto a dichiarare la bancarotta negli Stati Uniti e in Canada, come anticipato dal "Wall Street Journal".

La dichiarazione di bancarotta riguarda, dunque, solo gli Usa e il Canada mentre le altre sedi operative possono proseguire l'attività.

Il 21 aprile, Hertz aveva annunciato il taglio di 10 mila posti di lavoro in Nord America, circa il 26,3% della sua forza lavoro globale. (L'Unione Sarda.it)

Ne parlano anche altri media

Anche i department stores accusano gli effetti del coronavirus, tra chiusure di negozi, bancarotte, procedure fallimentari e perdite ingenti. Anche il famoso brand di intimo Victoria’s Secret ha annunciato la chiusura di 250 negozi in Usa e Canada (Proiezioni di Borsa)

Clamoroso, il colosso Hertz dichiara fallimento la numero uno mondiale nel business del “rental car”, l’autonoleggio. Le difficoltà della Hertz furono chiare già all’inizio dei lockdown nordamericani con l’annuncio di diecimila licenziamenti. (Positanonews)

Se va in crisi anche un colosso come Hertz vuol dire che il settore è veramente sull'orlo del baratro. È vero che Hertz aveva già attraversato una pesante crisi nel 2008 ma sembrava essersi ripresa e navigare ora in buone acque, ma il lockdown è stato fatale. (L'Unione Sarda.it)

Non sapere quando e in che misura riprenderanno le vendite, è stato detto, ha reso necessario il fallimento. L’intera industria delle auto a noleggio è stata devastata dal crollo dei viaggi dopo che è stata dichiarata la pandemia. (Bitecoin)

(askanews) - Che cos'è il Chapter 11, il capitolo 11, della legge fallimentare statunitense, che in queste ore si sta applicando al colosso statunitense dell'autonoleggio Hertz, dopo essere stato adottato in molti altri casi Oltreoceano? Nella procedura Usa l'omologazione chiude l'iter del Chapter 11 e libera il debitore da tutti i debiti antecedenti. (Yahoo Finanza)

Nel deposito del 'chapter 11' negli Stati Uniti non sono incluse le attività operative in altre aree, tra cui Europa, Australia e Nuova Zelanda. «Tuttavia - precisa la nota - , permangono incertezze sul ritorno del reddito e sulla completa riapertura del mercato, il che ha reso necessaria l'azione di oggi». (Il Messaggero)