La stretta di Orbán sulla Costituzione, «in nome dei bambini»

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Da oggi in Ungheria non dichiararsi una donna oppure un uomo è incostituzionale. E chi parteciperà a un evento pubblico con bandiere o simboli Lgbtq+ rischia sanzioni pari a 500 euro, in nome di una supposta «protezione dei minori», che ha ora la precedenza sul diritto a manifestare. Erano da poco passate le cinque di ieri pomeriggio quando il parlamento di Budapest ha approvato l’emendamento alla Legge fondamentale, la nuova costituzione voluta dal premier Viktor Orbán nel 2012, che mette nero su bianco la nuova stretta. (Il Manifesto)
Ne parlano anche altre fonti
L'Ungheria cambia la Costituzione: "Esistono solo maschi e femmine" 14 aprile 2025 (Il Sole 24 ORE)
Il Parlamento ungherese ha approvato un’altra stretta sui diritti, con l'emendamento presentato dal governo di Viktor Orbán per modificare la Costituzione. (L'Espresso)
L’Unione Europea è pronta a intervenire dopo l’approvazione dell’emendamento alla Costituzione dell’Ungheria che realizza una stretta sui diritti della comunità Lgbtq+ vietandone, tra l’altro, gli eventi pubblici compreso il Pride. (lapresse.it)

Ungheria, emendamento su stretta per comunità Lgbtq+: le proteste prima del voto 14 aprile 2025 (Il Sole 24 ORE)
La crociata di Orban contro i diritti, vergogna per l'Europa Ieri in Ungheria un voto a larga maggioranza del Parlamento ha cambiato la Costituzione introducendo una stretta dei diritti e delle libertà civili. (La Stampa)
Approvata la stretta sui diritti umani e le libertà civili in Ungheria. (Sky TG24)