Il Gattopardo: il mistero tra il Principe e la figlia Concetta

Il Gattopardo: il mistero tra il Principe e la figlia Concetta
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La serie Netflix "Il Gattopardo" pone al centro del racconto il rapporto un po' controverso tra il Principe Fabrizio di Salina e la figlia Concetta. Cosa c'è sotto In questo articolo Il Gattopardo: la nuova serie Netflix che conquista le famiglie La serie televisiva Il Gattopardo, disponibile su Netflix dal 5 marzo, ha conquistato il cuore del pubblico grazie a una combinazione perfetta di qualità cinematografica, narrazione avvincente e un cast eccezionale. (Nostrofiglio)

Su altri media

Presentata con un evento a Milano a Palazzo Parigi, tra ricordi di famiglia e letture tratte dal libro, la nuova serie Netflix tratta dal capolavoro di Tomasi di Lampedusa avrà un punto di vista particolare, quello della figlia Concetta, interpretata da Benedetta Porcaroli. (Il Sole 24 ORE)

Benedetta Porcaroli è un'attrice italiana nata l'11 giugno 1998 a Roma. Ha ottenuto successo grazie a ruoli di spicco in film e serie televisive, ricevendo prestigiose candidature e riconoscimenti. La sua carriera si distingue per la versatilità, spaziando dal dramma alla commedia fino al thriller. (Sky Tg24 )

Attore poliedrico e volto sempre più riconoscibile del cinema e della televisione italiana, Francesco Colella continua a far parlare di sé per la sua capacità di dare profondità e autenticità a ogni personaggio che interpreta. (La Nuova Calabria)

“Il Gattopardo” su Netflix è soprattutto saga familiare

Senza infierire, ma facciamoli questi paragoni, perché no? Il ricco «Gattopardo» su Netflix e in tutto il mondo, dell’inglese Tom Shankland, regista di 4 episodi su 6, combatte con tutte le sue forze «contro» il capolavoro del ‘63 di Luchino Visconti, di Tosi, Rotunno, Rota, Verdi, e di Goffredo Lombardo che ci investì oltre 3 miliardi, vinse la Palma d’oro a Cannes, commosse Scorsese che se ne ricordò nell’«Età dell’innocenza». (Corriere della Sera)

Quando gli abbiamo chiesto dello stato di salute della settima arte italiana, abbiamo capito che il cinema è morto. Abbiamo intervistato Franco Maresco, regista (insieme a Daniele Ciprì) di Totò che visse due volte e Il ritorno di Cagliostro, autore che al cinema non ha mai fatto sconti, né dentro né fuori dal set. (MOW)

La tentazione di un paragone con il film di Luchino Visconti del 1963 va rifuggita in partenza, altrimenti, come si direbbe nel calcio, non c’è partita. (Avvenire)